Sopensione maestra di Oristano, MIM: “Revoca provvedimento non rientra tra competenze”.

“La revoca dei provvedimenti disciplinari non rientra tra i poteri del Ministro dell’Istruzione e del Merito”. Questo in sintesi quanto precisato oggi dal dicastero del ministro Giuseppe Valditara circa la sospensione della maestra di Oristano, Marisa Francescangeli, che, come dichiarato dallo stesso esponente del Governo Meloni nel corso del programma di Rete4, Diario del Giorno, non sarebbe stata chiamata in causa per una “recita episodica di una preghiera” ma per via di “reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari. Una violazione di un obbligo previsto dalla legge”.

Sull’argomento dal MIM hanno poi confermato l’avvio di una verifica sulla regolarità del procedimento e sulla completezza dell’istruttoria, evidenziando, inoltre, che ai sensi della legge il “ministro non ha alcun potere di revocare provvedimenti disciplinari, può invece disporre ispezioni per verificare la correttezza dei procedimenti medesimi” e che “la competenza disciplinare è esclusiva dell’amministrazione, non degli organi politici”.

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Ancora sono stati incaricati tre ispettori, su richiesta di Valditara, affinché venga verificata la regolarità del procedimento e la completezza dell’istruttoria.

Fermo restando l’ovvio anacronismo legato alla vicenda (siamo nel 2023?), nonché l’inappropriatezza della condotta dell’insegnante, al momento l’unico dato rilevante è la costruzione, dopo il caso dei “non nazisti di via Rasella” e della legge contro l’esterofilia nella pubblica amministrazione presentata da Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, dell’ennesimo caso per distogliere l’attenzione della popolazione dalla “più profonda azione politica”.

Costruzione dei soliti casi mediatici, dei quali l’opinione pubblica può fare volentieri a meno – con tutte le asperità facilmente riscontrabili quotidianamente – resa più insopportabile dall’insopprimibile esigenza di visibilità di qualche sottosegretario.

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Infine, ultima considerazione, possibile che faccia più notizia (e opinione) a livello nazionale la condotta di una dipendente pubblica “bigotta” rispetto alla sempre più scarsa qualità del sistema di istruzione italiano?