Social media e difesa dei diritti fondamentali, Breton: “Legge sui servizi digitali introdurrà un nuovo quadro giuridico”.

La censura all’epoca dei social, come appurato negli ultimi anni, si esprime principalmente attraverso il blocco dei profili indesiderati da parte dei gestori delle piattaforme. Una criticità ricordata recentemente dall’eurodeputata del gruppo dei Conservatori e Riformatori europei Beata Mazurek: “Sono sempre più in aumento le segnalazioni sulla scarsa trasparenza delle politiche adottate dalle piattaforme come Facebook, Twitter e YouTube, sul blocco dei profili social. Dato che si tratta di servizi internazionali – si legge nell’interrogazione dell’esponente di ECR – è fondamentale trovare un equilibrio tra la salvaguardia dei valori universali come la libertà di parola e i diritti individuali e la necessità di agire quando il contenuto infrange la legge. Al momento, i profili degli utenti possono essere bloccati automaticamente per una serie di motivi che spesso non sono chiari, senza che vengano effettuati controlli dettagliati sulla fondatezza delle accuse”.

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Processi censori alquanto torbidi come ricordato recentemente dalla protesta in Polonia contro un post di Filip Buczyński: “C’è stata recentemente una protesta pubblica in Polonia dopo la decisione di Facebook, per questioni sociali, di bloccare un post scritto da padre Filip Buczyński, fondatore e presidente dell’hospice Piccolo Principe a Lublino, per promuovere le cure palliative per i bambini. Blocco poi revocato da Facebook dopo le pressioni del pubblico polacco”.

Un tema, la censura dei gestori delle piattaforme social, ampiamente percepito come un vero e proprio processo alle intenzioni, tale da pregiudicare l’espressione delle libertà individuali per l’esponente polacca che ha chiesto alla Commissione europea di riferire in merito alle misure per la protezione degli utenti dalle pratiche improprie e spesso discriminatorie come la rimozione e il blocco di account e post da parte di società di social media straniere, come Facebook, Twitter e YouTube, che operano sul Mercato europeo.

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Sulla questione oggi ha risposto il Commissario  per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton: “Negli ultimi anni è emersa la necessità di stabilire responsabilità chiare e strutture di responsabilità per le piattaforme online. Oggi non esistono regole orizzontali a livello dell’UE sulle pratiche di moderazione dei contenuti privati ​​e gli utenti non possono esercitare pienamente i loro diritti fondamentali come la libertà di espressione e d’informazione. Questo è il motivo per cui la Commissione ha recentemente adottato la sua proposta di legge sui servizi digitali, che mira a fornire un quadro giuridico chiaro e orizzontale per i fornitori di servizi intermediari, garantendo al contempo la protezione dei fondamentali diritti e consentire una fiorente economia digitale”.

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“In base alle norme proposte dal Digital Services Act – ha proseguito Breton – tali fornitori sarebbero tenuti ad applicare i propri termini di servizio diligentemente e in modo trasparente in modo non arbitrario e non discriminatorio. La rimozione del contenuto e la sospensione degli account potranno avvenire solo nei casi chiaramente previsti nei termini di servizio e i fornitori di servizi di hosting dovranno fornire una dichiarazione comprensibile circa i motivi della rimozione del contenuto. Gli utenti avrebbero quindi maggiori opportunità per contestare l’ingiustificata moderazione dei contenuti. Inoltre – conclude il Commissario europeo – la legge sui servizi digitali introdurrebbe maggiore trasparenza e controllo verso l’uso di strumenti automatizzati nella moderazione dei contenuti”.

foto europarl.europa.eu