Siria, parla Assad: “Paese nelle mani dei terroristi”.
Mentre i Paesi Ue e la Turchia sono impegnati a ripulire (a suon di veline e scarso senso critico dei media mainstream) la reputazione degli attuali terroristi di Al-Jolani in Siria, nel Paese mediorientale il caos è sovrano. A Sud della nazione siriana, nelle Alture del Golan, Israele, infatti, continua a bombardare e ad espandere gli insediamenti nella zona cuscinetto che separa il Golan dal resto del Paese, mentre la Turchia spinge per fornire armi alle nuove autorità di Damasco: tradotto, Erdogan non vuole smettere di mettere le armi in mano ai terroristi “ripuliti” di Al-Jolani.
Una situazione di fatto evidenziata oggi, dopo una lunga assenza, dall’ex presidente siriano Bashar al-Assad: “Quando lo Stato cade nelle mani del terrorismo e si perde la capacità di dare un contributo significativo, qualsiasi posizione diventa priva di scopo”.
“Mentre le forze terroristiche si infiltravano a Damasco – si legge nel post di Assad – mi sono trasferito a Latakia in coordinamento con i nostri alleati russi per supervisionare le operazioni di combattimento. All’arrivo alla base aerea di Hmeimim quella mattina, è diventato chiaro che le nostre forze si erano completamente ritirate da tutte le linee di battaglia e che le ultime posizioni dell’esercito erano cadute”.
Assad, infine, ha espresso la speranza che “la Siria torni ad essere libera e indipendente”. Ma, visti gli interessi e le nazioni in campo pronte a spartirsi il Paese, è sempre più probabile che si vada verso un processo di balcanizzazione della Siria.