Si conclude il primo congresso di “Fantasia Politica”. Neet, Salvatore Corrias: “Ripartire dai territori”.

Si è concluso il primo congresso straordinario di “Fantasia Politica”. Una “vera e propria festa democratica”, secondo gli organizzatori, nel corso della quale ha avuto spazio una riflessione sui Neet sardi e sulle soluzioni ‘cantierabili’ nell’Isola. Azioni e misure che per i relatori nell’incontro “La scoperta dei Neet e il riscatto dei giovani“, devono passare obbligatoriamente per una “contestualizzazione propedeutica”, incentrata sulla specificità delle diverse aree della Regione, lavorando, nel contempo, sulla prevenzione, sul potenziamento dell’offerta formativa e sull’individuazione di obiettivi di lungo periodo partendo dai territori, come ricordato dal consigliere regionale del Partito Democratico, Salvatore Corrias: “Per affrontare concretamente il problema dei Neet nell’Isola si deve ripartire dai territori, avviando una sostanziale compartecipazione tra Enti locali”.

Salvatore Corrias, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Salvatore Corrias, foto Sardegnagol riproduzione riservata

L’esponente dem, nel corso del suo intervento, ha poi ricordato alcune percentuali particolarmente indicative sul fenomeno dei Neet nell’Isola, dove, peraltro, manca un apposito studio di dettaglio: “Non è una novità rilevare nell’Isola valori percentuali maggiori rispetto al dato medio italiano, come confermano anche le ultime rilevazioni di Istat ed Eurostat, secondo le quali, a fronte di una media italiana del 20,7%, la Sardegna registra un impressionante 27,7% di giovani under30 non impegnati nello studio, nel lavoro e nella formazione”.

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‘Dinamiche esclusive’, per i giovani sardi, acuite dall’assenza di interventi di sistema nel settore del lavoro e delle politiche della famiglia, secondo Giacomo Carta, vice-sindaco del Comune di Elmas e Coordinatore Nazionale Giovani delle ACLI: “E’ difficile trovare stimoli in un mondo del lavoro precario e frammentario, dove la condizione di disequilibrio tra domanda e offerta è molto forte. Si devono sensibilizzare i giovani verso l’acquisizione di quelle competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro, far emergere il loro talento attraverso nuove modalità di accompagnamento e, infine, lavorare sulle famiglie: nuclei sociali sempre più in crisi nell’azione di supporto dei propri figli”.

Giacomo Carta, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Giacomo Carta, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Parere condiviso da Francesco Ruiu, giovane consigliere comunale di Dorgali per il quale “l’Italia non si fa carico dei giovani, lasciando sole le famiglie nel loro percorso di inclusione nella società”.

Francesco Ruiu

Criticità che si scontrano, inevitabilmente, con un’azione di animazione territoriale sulle opportunità europee per i giovani sardi a dir poco approssimativa e autoreferenziale nell’Isola, tale da ostacolare una sostanziale accessibilità ai programmi per la gioventù, quali – giusto per citarne alcuni – l’Erasmus+, il Corpo Europeo di Solidarietà, l’Erasmus per giovani imprenditori e, con molta probabilità, Alma, il nuovo programma europeo per il lavoro dei giovani annunciato recentemente dalla Commissione europea.

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Tutte potenziali chiavi di volta per il contrasto al fenomeno dei Neet in Sardegna paradossalmente ‘snobbate’ dalla rappresentanza politica isolana, come dimostra l’assenza di una riflessione nel merito all’interno delle principali aule istituzionali della Sardegna e, ancora, la risibile dotazione finanziaria regionale prevista per le iniziative di mobilità internazionale dei giovani promosse dalle organizzazioni giovanili sarde (300mila euro), le uniche potenzialmente accessibili per i giovani fuoriusciti dal circuito scolastico e formativo. Dotazione, in altre parole, poco congrua guardando all’insostenibile dialettica istituzionale a favore dell’inclusione dei giovani sardi ‘con poche opportunità’, nonché squilibrata pensando alle risorse per la mobilità internazionale destinate alle principali università dell’Isola… iniziative, va ricordato, alle quali possono partecipare esclusivamente gli studenti universitari, con buona pace per i giovani fuoriusciti dal circuito della formazione.

Fattori, riassumendo, tutt’altro che incoraggianti per il contrasto al fenomeno dei Neet nell’isola, per la promozione della partecipazione giovanile (che per alcuni può risolversi con l’istituzione di un Consiglio regionale dei giovani eletto dagli stessi consiglieri regionali) e per lo sviluppo delle competenze trasversali dei giovani, sempre più richieste dal mondo produttivo.

Neet, conferenza, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Neet, conferenza, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Elementi, ancora, sui quali è sempre più incerta l’adozione di soluzioni performanti, sia per via di una conclamata assenza di sensibilità verso la questione giovanile, confermata dall’assenza negli ultimi 22 anni di un qualsiasi intervento quadro sulle politiche giovanili nell’Isola (l’ultima approvata resta ancora la legge regionale n. 11 del 15 aprile 1999) che per via di una certa ‘fobia’ verso la creazione di partenariati con le espressioni più qualificate nel campo del lavoro giovanile dell’Isola, tipica della sempre meno nobile politica regionale.

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Più facile, probabilmente, promuovere interventi spot (i famosi cavalli di battaglia di ogni maggioranza di governo regionale tanto per intenderci), lanciare propagandistiche proposte di legge sulla gioventù (che non approderanno mai in Aula) o, peggio, continuare a sostenere la ‘salvifica’ azione di improbabili ‘politiche attive del lavoro’ che, negli anni, hanno dimostrato tutta la loro inconsistenza, a partire dal programma Garanzia Giovani che, secondo un recente studio dell’Ufficio di Valutazione d’impatto del Senato della Repubblica, ha prodotto effetti limitati sull’aumento dell’occupabilità dei giovani.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata