Settore vitivinicolo, Coldiretti: “Servono 20 mila giovani”.

Nei vigneti italiani servono almeno 20 mila lavoratori per garantire la prossima vendemmia. Manca, in altre parole, la manodopera necessaria nelle campagne italiane. E’ quanto emerge dall’ultima stima della Coldiretti diffusa in occasione della visita della premier Giorgia Meloni al Vinitaly: “Si tratta – sottolinea Coldiretti – di un settore ad elevata intensità di lavoro con operazioni difficilmente meccanizzabili che richiedono manualità e professionalità, con un bisogno medio di 80 giornate lavorative, fra coltivazione e vendemmia.

Da qui la richiesta all’Esecutivo Meloni di procedere all’approvazione di un nuovo decreto flussi per assicurare la disponibilità di risorse umane. L’ultimo decreto, con l’ingresso di 44 mila stagionali, infatti, si è dimostrato insufficiente a colmare la domanda di lavoratori nei campi.

LEGGI ANCHE:  “Giovani 2024: il bilancio di una generazione”. In Italia perso oltre un quinto dei giovani.

Nelle vigne italiane, secondo la rilevazione, risulta ancora che un lavoratore su sei è straniero con molti “distretti agricoli” dove gli immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della preparazione delle barbatelle in Friuli, o della raccolta dell’uva in Piemonte, Veneto, Toscana e le altre regioni del vino.

Forte, chi lo avrebbe mai detto, la presenza di giovani under35 che rappresentano quasi un terzo del totale degli occupati nelle campagne

Nell’occasione il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha rimarcato che “la disponibilita’ di manodopera nelle campagne e’ vitale per garantire la sovranita’ alimentare del Paese, ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare la possibilità di produrre e consumare prodotti al giusto prezzo”.

LEGGI ANCHE:  Contrasto all'emigrazione giovanile. Nuove imprese nel Sarrabus, Gerrei e Trexenta.

A rischio c’è un settore che ha raggiunto un fatturato di quasi 14 miliardi nel 2022, con l’Italia, attualmente, leader mondiale davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor a livello internazionale, con una produzione che ha sfiorato i 50,3 milioni di ettolitri grazie all’impegno di 310 mila aziende agricole.