Servizio civile e certificazione delle competenze, CSVNet: “Troppe questioni ancora aperte”.

La mozione unitaria sul Servizio civile universale votata alla Camera lo scorso 27 aprile rappresenta un passo in avanti per il potenziamento dell’istituto e per il riconoscimento del suo ruolo essenziale per la crescita dei giovani.  

Restano tuttavia ancora dei nodi importanti da sciogliere sui percorsi di tutoraggio, che da quest’anno sono collegati alla misura sulla certificazione delle competenze acquisite dagli operatori volontari durante il servizio, con l’obiettivo di realizzare un accompagnamento efficace dei giovani verso il mondo del lavoro. 

“Si tratta di un vincolo che sta generando diverse difficoltà – commenta Chiara Tommasini presidente di CSVnet – come ribadito più volte da tutto il sistema dei Csv e anche all’interno della Consulta nazionale degli enti di servizio civile di cui facciamo parte, perché orienta il servizio civile verso la formazione professionale e la ricerca attiva del lavoro più che sui valori storici della difesa non armata e non violenta del Paese e delle comunità che lo compongono”.  

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Ci sono poi numerose questioni aperte sulla misura – come la mancanza in quasi tutte le regioni di albi degli enti titolati a certificare le competenze – a cui si somma l’assenza di tempi tecnici necessari ad inserire le azioni sulla certificazione delle competenze nei progetti, con il rischio di creare forti disparità tra regioni e di disincentivare l’adozione della misura da parte degli stessi enti, penalizzandone fortemente i progetti nelle graduatorie, dal momento che alla misura delle competenze è associato un punteggio molto alto.  

“Più volte, nei mesi scorsi, abbiamo fatto proposte in tal senso e ribadito al dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale, la necessità di ridurre gli effetti negativi che sta generando questa disposizione, sia dal punto di vista metodologico che dell’efficacia rispetto agli obiettivi che si pone” spiega la presidente di CSVnet

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“In Consulta abbiamo ripetuto che si sarebbe potuto facilmente intervenire separando la misura del “tutoraggio” dalla certificazione e intervenendo sul punteggio. 

Se non si interviene in modo deciso su queste disposizioni il rischio per il sistema dei Csv è anche quello di disperdere il percorso di sperimentazione pluriennale promosso da CSVnet per l’attestazione delle competenze dei volontari di Servizio civile universale e che attualmente coinvolge 7 Centri di servizio per circa 1.000 operatori volontari”. 

Viste le difficoltà già evidenziate in passato dagli enti su altri fronti, come gli accavallamenti e i tempi stretti per la presentazione dei progetti, secondo la presidente di CSVnet “sarebbe stato auspicabile un lavoro più comune e un confronto strutturato con il Dipartimento al fine di scongiurare possibili conseguenze in occasione dell’uscita delle graduatorie legate ai prossimi programmi e progetti, con il rischio ulteriore di bloccare importanti opportunità di crescita per migliaia di giovani”. 

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“Auspichiamo quindi l’apertura di un dialogo anche in vista della prossima legge di stabilità che prevede lo stanziamento di fondi ordinari per l’impiego di 70mila giovani, risorse che potrebbero essere in parte impegnate per avere le certificazioni, con la conseguenza di ridurre il numero dei posti da mettere a bando”.

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