Servizi pubblici digitali, Corte europea: “Non disponibili ovunque in UE”.
Anche se la Commissione europea ha portato a termine il piano d’azione per modernizzare il settore pubblico e promuovere l’e-government, che offre ai cittadini e alle imprese servizi pubblici tramite Internet, non tutti i servizi pubblici digitali di nuova concezione sono disponibili ovunque nell’UE, a causa soprattutto dei ritardi di attuazione in alcuni Stati membri. È questa la conclusione a cui è giunta la Corte dei conti europea in una relazione pubblicata oggi, in cui raccomanda fra l’altro di prendere provvedimenti in caso di ritardi nel raggiungimento degli obiettivi digitali a livello nazionale e di promuovere maggiormente i servizi di e-government tra gli utenti.
“I servizi pubblici digitali riducono gli oneri amministrativi che gravano su cittadini e imprese rendendo l’interazione con le autorità più rapida, più semplice e meno costosa”, ha affermato Ivana Maletić, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “Le azioni intraprese dalla Commissione, come l’identificazione elettronica, lo sportello digitale unico e l’interconnessione dei registri delle imprese degli Stati membri, non solo aiutano questi ultimi a collegare i propri sistemi e a scambiare le informazioni, ma li spingono anche ad accelerare i cambiamenti e a digitalizzare i servizi pubblici offerti”.
Il piano di azione per l’e-government era mirato ad avere amministrazioni ed enti pubblici aperti, efficienti e inclusivi in tutta l’UE entro il 2020. La Commissione europea ha favorito la realizzazione di soluzioni di e-government da parte degli Stati membri attraverso progetti finanziati dall’UE, fornendo assistenza tecnica alle autorità nazionali e promuovendo la collaborazione fra di esse. Il piano d’azione, tuttavia, contemplava solo interventi a carico della Commissione. Agli Stati membri non era imposto alcun obbligo di attuare e utilizzare le soluzioni di e-government sviluppate dalla Commissione, benché il carattere facoltativo delle loro azioni fosse già stato segnalato come altamente problematico in una precedente iniziativa a favore dell’e-government. La Corte ritiene che questo sia uno dei motivi per cui il piano ha stentato a dimostrarsi pienamente all’altezza delle aspettative. Raccomanda quindi alla Commissione di rafforzare il quadro di attuazione per spingere gli Stati membri a sviluppare ulteriormente i servizi di e-government.
In alcuni Paesi l’offerta di servizi pubblici digitali era avanzata molto più in fretta che in altri. Tuttavia, è stato impossibile stabilire se i progressi fossero riconducibili al piano d’azione o ad altri fattori, in quanto gli indicatori esistenti utilizzati dalla Commissione per il monitoraggio non erano direttamente collegati a nessuno degli interventi attuati in forza del piano d’azione. La Corte osserva che la proposta della Commissione del 2021 per un “Percorso per il decennio digitale” prevede un sistema di monitoraggio in base al quale gli Stati membri dovrebbero comunicare tempestivamente i progressi compiuti.
La Corte, studiando le analisi comparative in materia di e-government del 2017 e del 2020, ha constatato che i servizi pubblici digitali per le imprese sono molto più maturi di quelli offerti ai cittadini, un fenomeno cui la pandemia di COVID-19 ha dato ulteriore impulso.
Per far conoscere meglio ai cittadini e alle imprese i servizi pubblici digitali disponibili a livello di UE, la Corte raccomanda di sviluppare una strategia promozionale globale, che tenga conto delle attività intraprese dagli Stati membri al riguardo.
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