Sempre più dura la vita della comunità LGBTQI+ in Turchia e Balcani.
Mentre i sostenitori dei diritti LGBTQI+ in Europa pensano (e ricevono soprattutto fondi) per l’organizzazione di manifestazioni “sempre meno originali” ed estemporanee, quali il Pride, cresce la disattenzione verso le conseguenze prodotte dal taglio dei fondi USA nei Balcani e in Turchia a sostegno dell’inclusione delle persone LGBTQI+.
Come risaputo, forse non a tutti tra le organizzazioni italiote, la decisione degli Stati Uniti di interrompere i finanziamenti alle organizzazioni della società civile LGBTI+ nei Balcani occidentali e in Turchia sta avendo conseguenze devastanti. Molti gruppi hanno già dovuto chiudere, mentre gli attivisti si trovano esposti a un rischio crescente di persecuzione. In un contesto in cui i governi locali intensificano la repressione della società civile e i movimenti nazionalisti e anti-LGBTI+ sfruttano la situazione per attaccare ulteriormente queste organizzazioni, l’Unione europea è chiamata a rispondere con urgenza.
Senza un intervento immediato, e fondi, i progressi in materia di diritti umani e democrazia nei Balcani occidentali e in Turchia rischiano di subire una brusca battuta d’arresto. Ed è molto probabile, dato che la stessa società civile europea pensa (forse) ad altro, che Bruxelles lascerà che il vuoto lasciato dagli USA venga riempito da forze ostili ai diritti fondamentali.
foto European Union 2022 – Source : EP