Sclerosi multipla, ogni anno solo in Italia colpisce 3.600 persone.
Sclerosi multipla, si cambia. La ricerca su questa malattia è in continuo movimento e produce risultati tangibili che hanno cambiato la vita delle persone con SM. Ma si può e si deve fare di più per una patologia che ogni anno, solo in Italia, colpisce 3.600 persone: sono circa 3 milioni nel mondo, oltre 140mila in Italia, una diagnosi ogni 3 ore. A cominciare dalla prevenzione e dalla diagnosi della malattia, i temi al centro del congresso annuale della Fism, la Fondazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, al via oggi a Roma.
Sempre di più i successi della ricerca sulla sclerosi multipla e patologie correlate si legano a un’agenda globale che ha come obiettivo la salute del cervello. Le nuove evidenze scientifiche mostrano che la ricerca sulle cause della sclerosi multipla ha compiuto enormi passi avanti negli ultimi anni. Questo oggi consente sempre di più di immaginare strategie di prevenzione che, se non possono ancora prevenire l’insorgenza della malattia, possono aiutare a identificare i fattori di rischio e scongiurare la disabilità. O a capire quali sono le strade da percorrere. Come accade nel caso del virus Epstein-Barr, ricorda Kjell-Morten Myhr dell’università di Bergen, ospite della prima giornata di lavori del congresso Fism.
“È ormai dimostrato infatti – afferma- che l’infezione da EBV sia un prerequisito essenziale per lo sviluppo della malattia, ma non è chiaro ancora in che modo un virus così comune possa contribuire alla SM”. Per scoprirlo, Myhr e colleghi hanno lanciato il progetto EBV-MS finanziato dall’Unione europea per un valore di 7 milioni di euro, che vede anche la partecipazione di Fism, per studiare a 360 gradi il virus, le sue interazioni con l’ospite, gli stili di vita e immaginare possibili strategie terapeutiche, dagli antivirali ai vaccini.
I traguardi della ricerca, spiegano i promotori del convegno, hanno già prodotto risultati concreti destinati a cambiare la pratica clinica. È il caso dei nuovi criteri diagnostici per la sclerosi multipla: “Grazie al lavoro di revisione portato avanti da esperti radiologi, clinici, epidemiologi e con il contributo del punto di vista dei pazienti – spiega Xavier Montalban del Cemcat, il Centro per la Sclerosi Multipla della Catalogna – abbiamo raggiunto un consensus su quelli che saranno i nuovi criteri diagnostici per la sclerosi multipla”. Ma quali sono i benefici di nuovi criteri diagnostici? “La revisione periodica dei criteri diagnostici sulla base delle evidenze scientifiche- prosegue Montalban- ci consente di poter anticipare sempre di più le diagnosi e così i trattamenti, magari anche prima della manifestazione dei sintomi. E questo, lo abbiamo dimostrato, si associa a una migliore prognosi sul lungo termine, in grado anche di abbassare il rischio di disabilità e migliorare la qualità di vita dei pazienti”. Tra i temi al centro della revisione, ha anticipato Montalban, le caratteristiche del nervo ottico, l’analisi di nuovi marcatori di risonanza magnetica e le valutazioni relative ai pazienti con concomitanti fattori di rischio vascolare.
“Abbiamo bisogno di una ricerca che produca ricadute concrete sulla vita delle persone con SM – dichiara la vicepresidente Aism, Rachele Michelacci – e l’arrivo di nuovi criteri diagnostici che promettono di migliorare la prognosi e la qualità di vita delle persone risponde appieno al primo dei punti inclusi nella nostra Carta dei Diritti, il diritto alla salute“.
Dal congresso della Fism emerge chiaramente l’importanza di investire in una nuova disciplina: la scienza con e del paziente. Una scienza – sottolinea Paola Zaratin, direttore della ricerca scientifica Fism- che “deve essere una delle discipline fondamentali di un modello di ricerca e cura multidisciplinare e partecipatorio, unico a garantire che l’innovazione scientifica e la trasformazione digitale possano essere introdotti nella pratica clinica”.