Schengen, Commissione UE: “Bulgaria, Romania e Croazia sono pronte!”.

La Commissione europea oggi ha invitato il Consiglio ad adottare senza ulteriori indugi le decisioni necessarie per consentire alla Bulgaria, Romania e Croazia il pieno accesso allo spazio Schengen, ovvero la più grande area di libera circolazione del mondo, con attualmente 22 Paesi dell’UE partecipanti (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia), oltre a 4 paesi associati extra UE (Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein). Solo l’Irlanda mantiene l’opt-out sull’abolizione dei controlli alle frontiere interne.

In una comunicazione adottata oggi, la Commissione ha fatto il punto sui risultati ottenuti dai tre Stati membri nell’applicazione delle norme Schengen.

“E’ giunto il momento di consentire a Bulgaria, Romania e Croazia di diventare membri Schengen a pieno titolo, come è loro diritto – ha dichiarato la vicepresidente Margaritis Schinas -. I continui ritardi rischiano di alienare indebitamente i cittadini di questi Paesi e in un momento in cui l’Europa deve essere più unita”.

LEGGI ANCHE:  Energia: dopo l'annuncio di Gazprom la Bulgaria corre ai ripari.

Per anni, hanno ricordato dalla Commissione, questi Stati membri hanno contribuito in modo significativo al buon funzionamento dello spazio Schengen, anche durante il periodo della pandemia. Sebbene i tre Paesi siano già in parte vincolati dalle norme Schengen, i controlli alle frontiere interne con questi Stati membri non sono stati revocati e pertanto non godono di tutti i vantaggi derivanti dall’appartenenza allo spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne.

Uno spazio Schengen allargato senza controlli alle frontiere interne renderà l’Europa più sicura, attraverso una protezione rafforzata delle nostre frontiere esterne comuni e un’efficace cooperazione di polizia, eliminando il tempo perso alle frontiere e facilitando i contatti tra persone e imprese.

La Bulgaria e la Romania, si legge nel report della Commissione, “hanno messo in atto una solida gestione delle frontiere con un’efficiente sorveglianza e il sistema d’informazione Schengen è ben consolidato. La Bulgaria ha inoltre dimostrato di disporre delle strutture necessarie per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, garantendo l’accesso alla protezione internazionale, rispettando il principio di non respingimento”.

LEGGI ANCHE:  L'UE all'attacco del patrimonio immobiliare italiano, FIMAA: "Arroganza europea".

La Bulgaria e la Romania, inoltre, hanno completato con successo il processo di valutazione Schengen nel 2011. Il Consiglio, nell’occasione, ha riconosciuto il completamento del processo di valutazione ma non è stata adottata alcuna decisione sull’abolizione delle frontiere interne per più di 11 anni. Dato il tempo trascorso dal 2011, nonché al fine di rafforzare la fiducia reciproca e riconoscendo lo sviluppo delle norme Schengen dal 2011, la Bulgaria e la Romania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta al Consiglio nel marzo 2022. La Bulgaria e la Romania hanno invitato una squadra di esperti su base volontaria sotto il coordinamento della Commissione per esaminare l’applicazione degli ultimi sviluppi delle norme Schengen.

Questa missione conoscitiva volontaria, svoltasi nell’ottobre 2022, ha confermato che la Bulgaria e la Romania non solo hanno continuato ad attuare le nuove norme e gli strumenti, ma hanno anche rafforzato sostanzialmente l’applicazione complessiva dell’architettura Schengen in tutte le sue dimensioni. Inoltre, questi due Paesi hanno dimostrato di avere un track record modello nell’attuazione delle norme Schengen.

LEGGI ANCHE:  Дезинформация за ваксините срещу COVID-19 и влиянието й върху младите в България.

Nel dicembre 2021, il Consiglio ha confermato che la Croazia aveva soddisfatto le condizioni richieste per entrare nello spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne. Il processo di valutazione si è svolto dal 2016 al 2020 e al termine degli accertamenti è emerso che la Croazia ha compiuto notevoli sforzi per garantire che i controlli alle frontiere esterne rispettino gli obblighi in materia di diritti fondamentali. In particolare, nel giugno 2021 la Croazia ha istituito un meccanismo di monitoraggio indipendente, che prevede il monitoraggio indipendente dei diritti umani delle operazioni relative alle frontiere che coinvolgono migranti e richiedenti asilo. Il meccanismo coinvolge direttamente le parti interessate croate ed è guidato da un comitato consultivo indipendente. La Croazia è stato il primo Stato membro a mettere in atto tale meccanismo.

Sotto la guida della presidenza ceca, l’8 dicembre il Consiglio Giustizia e affari interni voterà sulla piena partecipazione di Bulgaria, Romania e Croazia allo spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne.