Sardinia Film Festival, il libanese ‘How my Grandmother became a chair” sul gradino più alto.

La next generation dell’animazione trionfa al Sardinia Film Festival 2021. La giuria internazionale presieduta da Roberto Perpignani ha premiato con nove riconoscimenti e tre menzioni i corti in gara realizzati da giovani e giovanissimi artisti provenienti da tutto il mondo.

Sul gradino più alto del podio “How my Grandmother became a chair” (Come mia nonna è diventata una sedia) del libanese Nicolas Fattouh, vincitore del “Gran Premio Sardinia Film Festival” per “aver trattato il tema dell’invecchiamento e della morte con la potenza della semplicità”. Una storia molto personale – come ha spiegato lo stesso regista in collegamento video con il Cityplex Moderno di Sassari – che racconta con un registro simbolico il dolore della perdita evocando indirettamente la pandemia.

Vincitore del Premio Pino Zac per il “Film ribelle” è invece il mini musical “The deceased” (Il deceduto), nel quale il tema della morte ritorna attraverso un registro comico e a tratti surreale. L’opera è stata realizzata da un uomo e da una donna israeliani, Avishai Simchovitch e Keren Or Zelingher.

E proprio le donne sono state tra le grandi protagoniste del SFF, ottenendo cinque riconoscimenti complessivi, tra i quali, quello dedicato a Fusako Yusaki per il “Film che ama la sintesi”, conquistato dall’italiana Milena Tipaldo grazie al suo “A body” (Un corpo). Ancora corpi ma embrionali nella narrazione intrauterina di “I call it home” (Io la chiamo casa) dell’iraniana Leila Ahang, a cui è stato assegnato il Premio Osvaldo Cavandoli, destinato al migliore “One-person-film”.

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Dalla movimentata gestazione all’affascinante, apparente immobilità di “Abandoned village” (Villaggio abbandonato), diretto da Mariam Kapanadze (Georgia), Premio Manfredo Manfredi per il “Film che dà spazio al dubbio”. Un tratto che lega molti autori in concorso al festival artefici di linguaggi espressivi e sperimentali da decrittare come quelli del franco-colombiano Nieto, la cui originalità è stata celebrata dal premio Giulio Gianini per “Swallow the Universe” (Ingoia l’Universo).

Il Premio Bruno Bozzetto per il “Film che ama gli animali e la natura” è andato al greco “A sensual pill” (Una pillola sensuale) di Sam3, uno sguardo veloce, suggestivo e impietoso sulle condizioni del nostro pianeta nei giorni della pandemia. Mentre “Dans la nature” (Nella natura) del francese Marcel Barelli, una comica narrazione dell’omosessualità tra le diverse specie della fauna presente nel pianeta, ha ricevuto il Premio Guido Manuli. Di Manuli è stato presentato in anteprima mondiale “Merry Christmas”, un film di un minuto, cinico e caustico, sul triste Natale a cui molti bambini sono costretti.

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Un’altra première planetaria è arrivata con “Amricord” (“Mi ricordo” in dialetto ferrarese), lavoro postumo del compianto Giovanni Ferrari introdotto dalla nipote Giulia Negretto. Emozionante anche il ricordo di Fabrizio Bellocchio, un giovane appassionato di cinema d’animazione a cui è stato intitolato il premio per il “Film dal contenuto sociale”, vinto da “The Seine’s tears” (Le lacrime della Senna), girato da un collettivo di studenti-registi francesi.

L’elevata qualità generale delle opere ha spinto la giuria, composta oltre che da Perpignani anche da Angela Conigliaro, Chiara Rapaccini, Damiàn Perea, Giulio De Vita, Anne-Sophie Vanhollebeke, a riconoscere altre tre Menzioni a “Pilar” (Olanda), “Mule” (Messico) e “Haboob” (Iran). La Giuria giovani, composta da cinquanta studenti di quattro istituti scolastici di Sassari e Olbia/Tempio, coordinata dal docente Stefano Sole, ha assegnato il primo Premio “Giovani scuole” 2021 al corto anticonvenzionale e sperimentale “Underwater love” (Amore subacqueo) realizzato da Andrea Falzone, Cristina Fiore e Veronica Martiradonna, allievi del CSC di Torino. La giuria giovani ha poi concesso una “Menzione d’onore” al francese “Yallah!” .

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Nelle ottanta opere in concorso, i verdetti delle commissioni hanno riconosciuto un’ampia varietà di stili e temi, individuandovi oltretutto – come ha dichiarato il presidente del festival, Cristian Jezdic – “le radici profonde dell’animazione tracciate dai maestri del passato”. Ora si guarda già alla XVII edizione. L’idea – lanciata Carlo Dessì in rappresentanza del Cineclub Sassari, storico organizzatore dell’evento – è quella di “implementare il lavoro fatto quest’anno, attraverso l’istituzione di un comitato scientifico guidato dai grandi saggi dell’animazione”.

Ma, al di là delle prospettive future, rimane l’importante riuscita di quest’edizione, col conseguimento dell’obiettivo tracciato dal direttore artistico Luca Raffaelli: “Siamo riusciti a creare un senso di comunità tra artisti e pubblico. Un grande successo per tutti noi e per Sassari”.