Sardinia Film Festival: “Hands and wings” conquista la XV edizione.

Il coreano “Hands and wings” di Sungbin Byun, vince l’edizione 2020 del Sardinia Film Festival, una decisione adottata dalla giuria ufficiale per la capacità di “toccare con la giusta sensibilità e cura, un tema ancora oggi troppo trascurato: la sessualità nella vita delle persone con disabilità. Un tema urgente, che è anche e soprattutto una questione di autodeterminazione e di rispetto dei diritti e della dignità della persona. Ed è inaccettabile che ancora oggi sia ostaggio di tabù, mistificazione, e operazioni di rimozione culturale”.

Sono stati oltre tremila i lungometraggi pervenuti all’indirizzo del Cineclub Sassari come confermato dal direttore artistico Carlo Dessì: “Facciamo una selezione oggettiva su tecnica e temi delle opere. Tutte hanno mostrato una forte motivazione nell’affrontare forti tematiche sociali a livello mondiale, tematiche universali che provengono spesso da luoghi remoti come il Perù o il Kirghizistan, ma che sono affrontate in massima libertà grazie anche alla giovane età degli autori, in una modalità che solo il cinema indipendente può permettersi di fare”.

“Hands and wings” di Sungbin Byun

Premio al Miglior Documentario è andato a “Mamapara” del peruviano Alberto Flores Vilca. Un’immersione nella dimensione della povertà sudamericana, apprezzata dalla giuria per lo stile narrativo sobrio, per la bellezza della fotografia, la misura nel montaggio e la sensibilità con cui il regista, figlio della protagonista, ha saputo ritrarre la madre.

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Incetta di riconoscimenti, invece, per il francese “Migrants” di Hugo Caby, Zoe Devise, Antoine Dupriez, Aubin Kubiak, e Lucas Lermytte, che ha ricevuto un doppio Premio Animazione sia per la Giuria ufficiale che per la Giuria studenti. Un film che colpisce per la sua capacità di affrontare molteplici tematiche: riscaldamento climatico, migrazione, diversità, razzismo, solitudine, il nord e il sud del mondo, con il chiaro messaggio che non si può far finta di niente e voltarsi dall’altra parte.

Unico lavoro italiano tra i premiati è “Siderea” di Elisa Cecchin, Elisa Bonadin, Isabel Matta e Carlotta Vacchetti, che riceve la Menzione speciale per l’Animazione. Prodotto dal Csc di Torino, che forma giovani autori e promesse del cinema d’animazione sotto la guida della direttrice Chiara Magri, “Siderea” è un corto elegante capace di scavare nel profondo dell’animo creando atmosfere poetiche e sensoriali.

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La Giuria studenti, ancora, ha decretato come Miglior fictionTradition” di Zhanuzak Mamytov, proveniente dal Kyrgyzstan. Un corto potente ed espressivo in cui il rito d’iniziazione all’età adulta (nella loro tradizione), cioè la circoncisione, si trasforma in una storia di (frustrazione) bullismo e isolamento.

Miglior documentario a “Los dìas que pasan” di Antonio Savinelli (Spagna), per aver saputo tradurre in sguardi, giochi e voce il “tempo bambino” del lockdown nella sua ciclica quotidianità.