Sardegna “Voices Up”: giovani europei a confronto sulle politiche giovanili.
Si è conclusa con successo (esclusione fatta per le autocelebrative narrazioni dei rappresentanti del Comune di Cagliari e del Consiglio regionale della Sardegna) l’evento “Voice Up” promosso dalla TDM 2000 ODV alla Manifattura Tabacchi di Cagliari. Occasione, come rilevato nel corso del programma, che ha permesso di mettere a confronto organizzazioni qualificate nel settore delle politiche giovanili e circa 90 giovani rappresentanti di 24 Paesi europei e del Mediterraneo, insieme a operatori locali e studenti sardi.
Una iniziativa nel merito del tema della partecipazione e inclusione dei giovani, come sempre d’altronde, messa in cantiere dalla buona pratica regionale TDM200 ODV, organizzazione impegnata da oltre 25 anni proprio sul fronte delle politiche per i giovani sardi.
Decisamente meno virtuosismo, invece, è emerso dalle dichiarazioni dei rappresentanti del principale comune della Sardegna e dell’Aula legislativa regionale, i quali, nonostante l’inesistente attività legislativa del Consiglio regionale (siamo fermi al 1999) e i bandi/affidamenti dirigenziali del Comune di Cagliari, non hanno perso l’occasione di ribadire la solita narrazione autorerefenziale e tokenista. Eppure la totale mancanza di spirito innovatore sul fronte delle politiche giovanili in Sardegna è lapalissiana.
Comune, vista la localizzazione dell’evento, dove per esempio le risorse per i giovani continuano ad essere gestite paradossalmente dall’Assessorato alle Politiche Sociali (meglio vedere i giovani come un problema che come una risorsa), nonostante in Giunta sia presente un apposito assessorato con delega alle politiche giovanili. Oppure come non citare il pessimo servizio informagiovani, sul quale da diversi lustri ci si domanda la propria utilità in termini di servizi per la popolazione giovanile locale. Misteri…
Ma, per l’assessora del fallimentare Esecutivo di Massimo Zedda, Giulia Andreozzi, l’impegno del Comune nel promuovere la partecipazione dei giovani è fuori discussione: basta l’istituzione della Consulta dei Giovani.
Non è mancato poi il contributo del presidente del Consiglio comunale, Marco Benucci, che ha ribadito il solito ritornello: “Siamo pronti ad ascoltare e supportare progetti che collegano i giovani in tutta Europa”. Peccato però che il famoso ufficio comunale per la mobilità internazionale e la gioventù, del quale si parla dal lontano 2019, continui a restare solo una boutade elettorale.
L’impressione, insomma, è che le istituzioni locali siano ancora all’anno zero e sostanzialmente poco consapevoli dell’importanza della sinergia con le migliori buone pratiche locali.
Nel frattempo, le poche risorse disponibili per i giovani cagliaritani vengono gestite attraverso bandi inutili (Informagiovani ,o “Progetto Giovani Cagliari”, docet) e continua ad essere assente una sostanziale sinergia con le migliori organizzazioni del territorio. Senza contare, vista la partecipazione all’evento degli esponenti del Campo largo, gli affidamenti diretti agli spin off giovanili del Partito Democratico sardo, come ci ricorda l’ultima approvazione della variazione del bilancio regionale di novembre 2024. Dunque, una visione limitata e di bassa bottega.
Le politiche per i giovani nell’Isola, quindi, possono essere portate avanti – in assenza di smentita – solo dalla competenza e dal basso grazie ad alcune organizzazioni regionali indipendenti, mentre dalle parti dei palazzi di via Roma, viale Trento e via Oslavia, tali temi continuano ad essere oggetto di corredo per i soliti vuoti slogan e le passarelle istituzionali (come non ricordare le “passillare” della decaduta nelle scuole della Sardegna), mentre il tessuto sociale della città (e della regione) continua a sfilacciarsi sotto il peso dello spopolamento.
Per quanto ancora potrà tenere la coesione sociale in Sardegna?
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