Sardegna, Todde: “I giovani sono al centro del nostro impegno”… ejia di ghisa!
“I giovani sono al centro del nostro impegno”. A dirlo oggi, senza alcuna apparente motivazione e visti i miseri risultati riscontrati nei primi 8 mesi di mandato, la Presidente della Giunta, Alessandra Todde.
Governatrice, oggi, sostenuta dalla convinzione che in un’isola sempre più caratterizzata dal fenomeno dello spopolamento e di assenza di qualità per i servizi per i giovani, possa bastare “eliminare il fenomeno degli idonei non beneficiari delle borse di studio universitarie”. Applausi! Ma siamo sempre fuori dal perimetro delle politiche d’urto per una popolazione giovanile sarda ormai rassegnata e alle prese con importanti problemi di inclusione e coesione. Senza contare l’esclusione dei giovani – anche in questa legislatura – dal perimetro del Legislatore sardo.
In presenza di una tale narrazione non dovrebbero sorprendere le dichiarazioni vuote e inconsistenti – sempre alla luce di quanto fatto per i giovani e le politiche giovanili in questi primi 8 mesi di mandato – della Governatrice Todde: “Il futuro della nostra terra inizia proprio da qui: dall’istruzione, dalla centralità dei nostri giovani e dal nostro impegno nel valorizzarli, offrendo loro strumenti e fiducia”. L’ilarità non può che essere la migliore verso l’azione di questa compagine al Governo della Regione “buffa e imprevista”, per usare un eufemismo.
Presidente che dopo aver affermato che in Sardegna si è “costruito un modello vincente” e che i “cittadini hanno premiato la credibilità del programma”, non si è riservata oggi di proseguire sul cammino dell’autocelebrazione.
“Ancora una volta – dichiara sulla propria pagina Facebook la odde – dimostriamo di essere conseguenti e confermiamo la nostra volontà politica di attuare il programma elettorale. Sono orgogliosa del grande lavoro svolto da tutta la squadra”.
Todde, anche recentemente, che ha chiesto di “non cedere all’autoreferenzialità” parlando di giovani. Chissà se tale regola vale anche per una Giunta regionale che alla prima occasione ha esattamente sposato l’adozione di interventi autoreferenziali e non partecipati con i giovani sardi e le organizzazioni giovanili qualificate del territorio. Meglio, infatti e in mancanza di competenze, puntare tutto proprio sull’autoreferenzialità e lo scarso rispetto per il dialogo. Perchè migliorare le politiche per i giovani in Sardegna? Cui prodest?
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