Sardegna Pride 2019: il racconto di Sardegnagol.
Sardegnagol ha partecipato all’edizione 2019 del Sardegna Pride, coincisa quest’anno col cinquantesimo anniversario dei fatti di Stonewall, la rivolta degli avventori di un bar gay newyorkese contro le angherie della polizia che segnò la nascita del movimento per i diritti degli omosessuali. Da tempo ormai il Pride ha cessato di essere una festa per soli gay e si è aperto alla partecipazione di persone di ogni orientamento unite dall’idea di una società libera e plurale. In linea con la filosofia multicolore della manifestazione troviamo quindi coppie che si scambiano effusioni, persone mascherate in maniera provocatoria, genitori e nonni dai capelli ingrigiti, famiglie con figli al seguito. Il tutto accompagnato dall’ormai consueta musica da discoteca e da un’atmosfera di festa che pervade ogni momento della manifestazione.
Mentre seguiamo il corteo, aperto in piazza Michelangelo dai tradizionali carri, ne approfittiamo per scambiare qualche parola con alcuni partecipanti. Davide e Simone, entrambi cagliaritani, ventenni e con la barba, si sono conosciuti sul posto di lavoro e si sono innamorati: << Celebrare in allegria e con il sorriso è giusto, ma non deve essere un modo per distogliere lo sguardo dalle ingiustizie e dalle violenze subite dai gay >>. Annuisce con la testa Alba, 65 anni, insegnante in pensione: << manifesto in quanto madre orgogliosa di una figlia lesbica e la cosa mi fa un po’ sorridere perché io sono semplicemente una madre. Purtroppo però è ancora necessario scendere in piazza per affermare l’assoluta normalità della nostra situazione>>. La voglia di normalità emerge anche dalle parole di Marina e Martina: << Festeggiare è bello ma preferiamo sperare in un futuro nel quale l’orientamento sessuale sia rilevante quanto il preferire una persona dai capelli biondi rispetto a una mora>>. Il corteo intanto prosegue lungo le vie del centro. Numerose le bandiere arcobaleno appese a finestre e balconi; a Cagliari, innegabilmente, si respira una maggiore apertura verso il mondo LGBT rispetto ad altri centri del sud Italia.
Intravediamo un gruppo di persone che, da bordo strada, osserva il corteo con aria perplessa e chiediamo una loro opinione: Michele, 40 enne di Sant’Avendrace, ci dice con marcata cadenza casteddaia << io non ho nulla contro di loro ma quando porto i miei figli in giro non voglio che vedano due uomini che si baciano>>. Una persona del suo gruppo accenna un poco convinto <<oh caghinusu>> ma la provocazione scivola via con assoluta indifferenza sui manifestanti. Il corteo è ormai giunto in via Roma e la partecipazione di più di 35.000 persone ci regala un colpo d’occhio notevole. Al momento del passaggio di fronte al palazzo del Consiglio Regionale si sente qualche slogan legato all’attualità politica ma si tratta di un’eccezione in una manifestazione che intende essere innanzitutto affermazione del valore della libertà. Il corteo arriva nel Largo Carlo Felice e la parata può quindi dirsi conclusa ma non la festa che proseguirà, per tutta la notte, in vari punti della città. Il Pride 2019 va quindi in archivio con un innegabile successo di partecipazione e visibilità. Le questioni e le istanze sollevate dai manifestanti restano aperte ma il cammino verso la loro soluzione è già iniziato.