Sardegna. La “ricetta” della Cisl per le emergenze giovani e anziani.
La Cisl regionale e la Federazione dei pensionati (FNP) hanno proposto oggi all’Esecutivo regionale una legge quadro sull’ invecchiamento attivo e per un patto intergenerazionale che utilizzi le risorse del PNRR, dei Fondi strutturali di coesione e dello stesso Bilancio regionale, unitamente alla proposta di istituzione dell’Assessorato alle politiche sociali e ai diritti di cittadinanza, con l’obiettivo di mettere insieme funzioni oggi in capo a diversi assessorati regionali.
“Il progetto della Cisl e FNP Sardegna – si legge nella nota del sindacato – risponde alla riforma del sistema dei servizi sociali e sociosanitari per la non autosufficienza sollecitata da Cisl e FNP nazionali. Una legge quadro regionale per affrontare due emergenze sociali che caratterizzano la società sarda: condizione degli anziani e disoccupazione giovanile. Due emergenze che devono diventare risorse per la crescita socio culturale e lo sviluppo dell’isola”.
Un quarto della popolazione nell’isola, ricordano le due sigle, è over 65 (402 mila abitanti) e soltanto il 20% (quasi 336.000 abitanti) è composto da 12 e 34 anni: “Il 45% dei Sardi, dunque, si trova in condizioni disagiate che incidono negativamente in una realtà come la Sardegna, ove la crisi economica e sociale, le implicazioni negative della insularità, gli effetti della pandemia e della guerra presente, stanno creando ulteriori e diffuse diseguaglianze, minando alla base un’antica identità comunitaria, impoverendo intere categorie sociali, pesando negativamente sull’intera comunità e in particolare sugli anziani e le giovani generazioni”.
“Il lavoro dei giovani – dice Alberto Farina, segretario generale FNP – è la più grande garanzia della continuità e stabilità del sistema pensionistico. Un proficuo scambio generazionale può essere perfino un argine allo spopolamento che da anni affligge la nostra Regione e in particolare i centri più interni e isolati. Quindi da parte nostra una pressante richiesta alla Regione Sardegna affinché si faccia parte attiva, in termini organizzativi e di risorse, di un protagonismo da prima linea degli under 35. Siamo però certi che una parte di gran rilievo potrebbero recitarla anche i Comuni”.
La Cisl ha delineato anche un metodo di lavoro per costruire un progetto di rilancio del welfare e di potenziamento del pianeta giovani per l’occupazione. Si tratta di partire dalle criticità più evidenti e laceranti della società isolana, e da quanti soffrono maggiormente il peso della crisi, del disagio sociale, della solitudine e della emarginazione, dell’assenza di servizi alla persona e socio-sanitari.
Alcuni indicatori importanti cui fare riferimento, per le due sigle, sono rappresentati dal declino demografico dei territori, dallo spopolamento delle aree più interne e dalle migrazioni culturali. Incide, in particolare, l’alto tasso di disoccupazione giovanile (oltre il 40%), insieme ai fenomeni dell’abbandono e della dispersione scolastica (la percentuale media nell’Isola è del 18%), l’assenza o la inadeguatezza di servizi sociali, sportivi e culturali nella gran parte delle comunità.
“Le proposte sindacali per potenziare e qualificare il sistema – ha detto Daniela Fumarola – sono chiare: il riconoscimento della condizione della non autosufficienza; l’individuazione dei Livelli Essenziali delle prestazioni; la prioritaria assistenza alla persona nel proprio contesto di vita, investendo decisamente nell’assistenza sociosanitaria domiciliare e semiresidenziale; la sperimentazione e la promozione di forme di residenzialità innovative; lo sviluppo di un progetto a sostegno della riqualificazione e riorganizzazione in tal senso delle attuali strutture, la riqualificazione del lavoro di cura domiciliare e il riconoscimento dei caregiver”.
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