Sardegna in arancione, Fipe Sud Sardegna: “Assurdo. Regione e Governo verifichino i dati”.
Da domani la Sardegna tornerà in zona arancione. Una ‘retrocessione’, sulla scala della libertà individuale ed economica frutto della improvvida immaginazione del Governo Conte II, che segnerà l’ennesimo colpo per la già fragile economia dell’Isola, ormai sempre più rassegnata nel suo ruolo di sparring partner e rappresentata, indubbiamente, da una maggioranza e opposizione in cerca d’autore.
Una nuova ‘gradazione’ di colore che segnerà, per migliaia di ristoratori, titolari di bar e locali dell’Isola, una nuova delusione, eufemisticamente parlando. Umore ben rappresentato dalle parole del presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna, Emanuele Frongia: “È assurda questa situazione, in questo modo viene tolta la dignità ai lavoratori. Oggi ci ritroviamo tutti con la merce già acquistata per i coperti del weekend e, senza alcun preavviso, ci ritroviamo costretti a buttare i nostri soldi”.
“Non sono chiari i motivi per i quali da domani entrerà in vigore la zona arancione che ci impone di effettuare solo l’asporto e la consegna a domicilio: chiediamo pertanto che vengano verificati tutti gli indicatori presi in considerazione per il passaggio dalla zona gialla a quella arancione. Oggi – ha concluso il rappresentante Fipe – una regione come la nostra, con problemi legati all’occupazione, all’insularità e alla povertà non si può permettere di non avere dignità nel lavoro”.
Decisione, presa dal Ministero della Salute, criticata anche dal presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, per il quale i dati regionali sulla diffusione della epidemia stanno registrando un miglioramento: “Venerdì scorso si registravano 560 ricoveri, di cui 50 in terapia intensiva, ieri 501 ricoveri, di cui 52 in terapia intensiva. Oggi passiamo, senza alcun preavviso né possibilità di programmare alcuna reazione operativa, da zona gialla a zona arancione. Una situazione non più sostenibile e senza senso che sta sfociando in un dramma sociale senza precedenti. Governatore, Giunta e Consiglio Regionale – ha concluso Bertolotti – insorgano contro questo ennesimo ed inaccettabile schiaffo ad una Sardegna che sta morendo di fame e non di Covid!”.