Sanzioni e dintorni. Le Multinazionali europee sono ancora attive in Russia.
L’aggressione della Russia contro l’Ucraina non ha solo portato l’UE ad adottare un approccio unitario e ad concordare numerosi pacchetti di sanzioni per rispondere alla guerra di Putin. Ha anche portato molte aziende europee a lasciare la Russia in modo che le tasse che pagano in Russia non sostengano lo sforzo bellico di Putin.
Nonostante ciò, molte aziende – comprese le grandi multinazionali – sono rimaste in Russia, minando gli sforzi degli Stati membri e dei cittadini dell’UE volti a tagliare la Russia dai fondi occidentali e aiutando, così, Vladimir Putin.
A ricordare il segreto di Colombo, recentemente, è stato l’eurodeputato di S&D, Marek Belka, intervenuto per chiedere all’Ue di agire contro le multinazionali europee ancora presenti in Russia nonostante la guerra e le sanzioni dell’Ue. “In un momento in cui i nostri cittadini sentono il bisogno di sostenere gli ucraini, alcune multinazionali europee sostengono la macchina da guerra di Putin, prolungando la guerra”, conclude Belka.
Un problema non da poco, dato che ai sensi del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), gli Stati membri hanno la competenza di elaborare
i propri sistemi fiscali e decidere chi tassare.
Per il commissario europeo Paolo Gentiloni tali violazioni devono essere perseguite ma, allo stato attuale, mancano gli strumenti per passare dalle parole ai fatti, come spesso capita dalle parti della Commissione europea, d’altronde. “Una volta che la prossima direttiva sulla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle norme restrittive dell’Unione entreranno in vigore, gli Stati membri saranno tenuti ad adottare norme per criminalizzare violazioni delle sanzioni – spiega l’esponente della commissione von der Leyen -. Grazie alle sanzioni adottate nel 2022 e 2023, oltre il 60% delle importazioni russe nei Paesi dell’UE sono state sottoposte a misure restrittive, coprendo settori importanti come energia, acciaio, legno, macchinari, veicoli e metalli. Nel corso del 2023, le importazioni complessive dell’UE dalla Russia hanno raggiunto i 47 miliardi di euro con una diminuzione del 68% rispetto ai 145 miliardi di euro registrati nello stesso periodo pre-invasione, nel 2021. Il 58% delle esportazioni dell’UE verso la Russia – prosegue Gentiloni – sono state anch’esse oggetto di misure restrittive a partire da dicembre 2023. Di conseguenza, le esportazioni dell’UE verso la Russia nel 2023 sono state pari a 36 miliardi di euro, in calo del 56% rispetto agli 81 miliardi di euro del corrispondente periodo del 2021. La Commissione invita gli Stati membri a garantirne la piena ed efficace attuazione sanzioni e la prevenzione della loro elusione e continua a lavorare sulla limitazione del commercio delle merci russe. A tal fine – conclude -, gli strumenti politici scelti dal Consiglio – restrizioni all’importazione e all’esportazione – mirano a recidere i legami con la Russia.
foto Christophe Licoppe European Union, 2023 Copyright