Sanzioni alla Russia, Mažylis: “Impatto limitato sull’economia”.
Dopo più di un anno dall’inizio della guerra di Putin in Ucraina, l’economia russa continua a resistere alla pressione delle sanzioni dell’UE. In base alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale, infatti, il Pil russo dovrebbe crescere dello 0,3% l’anno prossimo.
Un indicatore per l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo, Liudas Mažylis, che rivela l’inadeguatezza delle misure restrittive adottate con gli ultimi pacchetti di sanzioni contro la Federazione Russa, specialmente nel settore energetico russo, i cui profitti finanziano sostanzialmente anche la guerra: “Il Parlamento europeo ha ripetutamente espresso la sua posizione secondo cui deve esserci un embargo economico totale nei confronti della Russia. Tuttavia, al momento non vi è alcun risultato politico significativo, in altre parole non c’è stato alcun embargo sostanziale verso l’approvvigionamento energetico russo”.
Una realtà di fatto che, tra doppiezze e politiche ipocrite da parte dell’UE, sempre più ostaggio della politica statunitense, è stata difesa da Mairead McGuinness, Commissaria europea per i servizi finanziari: “L’UE ha adottato dieci pacchetti di misure restrittive contro la Russia.Misure sono senza precedenti che hanno colpito settori chiave dell’economia russa, producendo effetti evidenti. L’economia russa – secondo la McGuinness – ha subito una contrazione nel 2022 e si prevede un ulteriore peggioramento nel medio-lungo termine”.
Secondo la Commissione, quindi, 10 pacchetti di sanzioni riusciranno a ridurre i ricavi energetici e le entrate fiscali del principale produttore di energia mondiale, producendo un calo dei consumi delle famiglie, un maggiore fabbisogno di spesa e una contrazione degli investimenti. Una fotografia, decisamente, più vicina alla realtà europea che a quella russa…ma questa è un’altra storia, evidentemente fuori dai radar della Commissione europea.
Ma per l’esponente della Commissione le prospettive economiche russe non potranno che essere “desolanti”. “L’avanzo delle partite correnti – prosegue – diminuirà di oltre il 65% nel periodo gennaio-febbraio 2023 rispetto all’anno scorso”.
Immancabile poi l’accenno al controllo dei 27 Paesi UE, da sempre privi di una visione comune: “Parallelamente, la Commissione monitora l’attuazione e l’applicazione delle sanzioni da parte degli Stati membri. Un’iniziativa chiave è stata la recente nomina di David O’Sullivan, inviato speciale internazionale per l’attuazione delle sanzioni dell’UE, il cui mandato contribuirà a garantire che le sanzioni dell’UE non vengano aggirate attraverso Paesi terzi”.
“L’UE – ha aggiunto la Commissaria – ha già vietato l’importazione di carbone e petrolio dalla Russia e ha introdotto altre restrizioni specifiche sul settore energetico in Russia”. Nel frattempo, però, l’UE continua a concludere affari nel settore dell’energia con alcuni dei Paesi meno democratici del pianeta…ma, anche questa, è un’altra storia!
foto European parliament