Sanzioni alla Russia, ID: “Quali ricadute sulla politica energetica europea?”.

Quanto è stata intaccata la politica energetica europea per effetto dei diversi pacchetti di sanzioni approvati dall’UE contro la Russia? A chiederselo, attraverso la presentazione di una interrogazione parlamentare, sono stati i due eurodeputati italiani di Identità e Democrazia, Danilo Oscar Lancini ed Elena Lizzi.

Un intervento per chiedere alla Commissione europea una valutazione globale delle possibili ricadute delle sanzioni europee contro il regime di Putin sulla politica energetica europea.

Venerdì è finalmente arrivata la risposta dell’esponente della Commissione von der Leyen, Kadri Simson: “Le sanzioni sono concepite in modo da minare la redditività del settore energetico russo, evitando nel contempo ripercussioni sostanziali sull’UE. L’embargo dell’UE sulle importazioni di carbone dalla Russia, che secondo le stime ridurrà le entrate annuali russe di circa 8 miliardi di euro, sarà applicato a partire da agosto 2022. Ciò – prosegue – consente una graduale sostituzione del carbone russo con alternative provenienti da Paesi terzi, limitando in tal modo l’impatto sull’economia dell’UE”.

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“Tale imposizione progressiva dell’embargo ha contribuito a ridurre le incertezze del mercato. La Commissione propone ora l’introduzione graduale di un divieto di importazione del petrolio russo che consenta di garantire rotte di approvvigionamento alternative e ridurre l’impatto sui mercati mondiali. Con il pacchetto di misure adottato lo scorso ottobre 2021 e la comunicazione REPowerEU, la Commissione europea ha presentato una serie di soluzioni per far fronte alle ripercussioni della crisi dei prezzi dell’energia e delle sanzioni sui cittadini e sulle industrie. Il nuovo quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, consente agli Stati membri di concedere aiuti alle imprese colpite dalla guerra in Ucraina. Finora più di 60 miliardi di EUR hanno raggiunto 115 milioni di famiglie e 3,4 milioni di piccole e medie
imprese dell’UE. Il piano REPowerEU, adottato il 18 maggio 2022 – conlcude Simson – stabilisce misure per eliminare gradualmente le importazioni di combustibili fossili russi ben prima della fine del decennio”.

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foto Kremlin.ru