Sanzioni alla Russia, Bonfrisco: “Potenziale dipendenza Ue da fornitori monopolistici”.

A distanza di più di due anni e 14 pacchetti di sanzioni approvati dall’Ue contro la Federazione Russa – l’ultimo adottato lo scorso giugno 2024 -, contrariamente alle cosiddette ‘note del caminetto’ condivise dall’Alto rappresentante dell’Ue, l’economia russa sembra essere tutt’altro che in ginocchio.

Seppur fuori dalla cosiddetta (e tossica) economia globale, la Russia di Vladimir Putin, infatti, nel solo 2023 ha registrato un tasso di crescita del Pil del +3,5%. Un incremento che farebbe protendere verso un giudizio tutt’altro che positivo verso le sanzioni introdotte dall’Ue, dimostrando, inoltre, che l’economia russa è troppo vasta e ramificata per poter essere messa al tappeto in meno di un triennio, anche se, va ricordato, in una economia di guerra, l’inflazione al 7% e la centralità dedicata al comparto militare da parte del Cremlino, sta portando ad una progressiva sottrazione di risorse importanti, specialmente in termini di forza lavoro.

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Un analisi di contesto tutt’altro che di secondo piano pensando all’impatto delle sanzioni per le industri e i mercati cruciali dell’Ue. Provvedimenti che stanno (e che potrebbero) aumentare la dipendenza Ue dai cosiddetti “fornitori democratici”, come sembrerebbe suggerire una recente interrogazione parlamentare dell’esponente di Identità e Democrazia, Anna Bonfrisco.

“Come la Commissione intende evitare che le sanzioni arrechino danno a settori cruciali e strategici europei, preservando la competitività e l’operatività delle industrie chiave, ed evitare che gli Stati membri dell’UE diventino più dipendenti da fornitori monopolistici, a causa degli effetti indiretti delle sanzioni?”, si chiede la Bonfrisco.

Dubbi importanti sui quali è intervenuta Mairead McGuinness a nome della Commissione europea per ricordare che le misure restrittive sono uno degli strumenti dell’UE volti a conseguire gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune (PESC), tra i quali salvaguardare i valori dell’UE, consolidare e sostenere la democrazia (come non ricordare l’ASAP e gli appelli della Presidente del Parlamento europeo Metsola per mandare più carri armati a Kiev) lo Stato di diritto, preservare la pace e prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale.

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“Le sanzioni – si legge nella risposta dell’esponente della Commissione von der Leyen – sono concepite per garantire un impatto negativo minimo sull’economia dell’Unione e, in particolare, sui settori strategici dell’UE. Affinché le sanzioni siano efficaci, devono essere correttamente applicate sia dagli Stati membri che dalle imprese dell’UE interessate. Le sanzioni dell’UE – conclude – sono oggetto di un riesame periodico. La loro adozione è decisa esclusivamente dal Consiglio e richiede l’approvazione unanime di tutti gli Stati membri”.

foto Kremlin.ru