Sant’Efisio 2021. Il racconto di una giornata di devozione e commozione.

“Atrus Annus mellus”, con queste commosse parole pronunciate del presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone Giancarlo Sanna, era stato sciolto il voto a Sant’Efisio nel 2020. Un’edizione segnata dal dramma della pandemia a causa della quale, per la prima volta dal 1943,  le celebrazioni in onore del santo martire erano state ridotte ai soli riti religiosi, spogliate di ogni forma di partecipazione popolare.

Quella parole contenevano l’auspicio di un ritorno alle celebrazioni fatte di folle, sorrisi, colori. Purtroppo cosi non è stato. I conti con la pandemia sono ancora aperti e la 365° edizione della festa di Sant’Efisio, come la precedente, si svolge seguendo rigidi protocolli di distanziamento.

Questo primo maggio 2021 inizia sotto un cielo plumbeo carico di pioggia. Puntuale alle 8.30, giunge nel Palazzo Civico l’Alter Nos Edoardo Tocco, in abito di gala, seguito poco dopo dal Sindaco Paolo Truzzu.

Nella sala di rappresentanza, come da tradizione, l’Alter Nos riceve dal primo cittadino la fascia tricolore e il Toson d’Oro, simboli dell’autorità municipale. Di fronte ai giornalisti Tocco, presidente del Consiglio Comunale, non nasconde l’emozione del momento resa più intensa dalle drammatiche circostanze di questi mesi.

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Poco dopo l’Alter Nos, accompagnato dai mazzieri del Comune e dai membri della confraternita, risale a piedi il Largo Carlo Felice sotto una pioggia scrosciante. Le poche persone presenti a bordo strada applaudono. A loro lui risponde con un gesto dell’elegante capello da cerimonia.

Malgrado transenne e varchi d’ingresso, ben presto una piccola folla si raduna dinnanzi alla chiesa di Sant’Efisio. A vegliare su di loro un imponente dispiegamento di forze dell’ordine. Dopo l’arrivo delle autorità civili e religiose ha inizio la messa.

Giunge così il pick up dell’esercito che quest’anno avrà l’onore di trasportare la statua del santo a Nora, il luogo del martirio. Come nel 2020, il consueto programma di quattro giorni verrà stravolto. Per ragioni di sicurezza le celebrazioni inizieranno e si concluderanno in giornata.

Al temine della funzione religiosa il simulacro viene caricato sul mezzo. Una struggente intensa pioggia di petali investe Sant’Efisio lungo il suo tragitto in direzione del porto. Non vi sono le folle assiepate a bordo strada ma l’emozione è ugualmente grande.

Dopo aver ricevuto l’omaggio delle autorità cittadine all’ingresso del Palazzo Civico, il corteo del Santo transita di fronte alla stazione dei treni, rievocando ancora una volta il terribile 1943.

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Lungo la strada tra Cagliari e Pula, appaiono numerosi capannelli di devoti e curiosi. Ognuno dei quali regala al santo una piccola ramadura, il tappeto di petali depositato lungo il suo passaggio.

Con l’arrivo del santo nel luogo in cui conobbe il supplizio, ha inizio la seconda parte delle funzioni. Per limitare i rischi di contagio, la messa si svolge sul sagrato della chiesa di Sant’Efisio.

In prima fila i sindaci dei Comuni toccati dal pellegrinaggio. L’arcivescovo Baturi, in un’atmosfera di grande raccoglimento rotta solo dal rumore delle onde del vicino mare, rievoca il dramma epocale della pandemia. Una tragedia che pone l’uomo dinnanzi ai propri limiti.

Al termine della messa, una fila di devoti si forma di fronte alla statua di Efisio, per una foto o un breve momento di raccoglimento. Intorno alle 13.30 il corteo si mette nuovamente in moto per ripercorrere a ritroso il suo itinerario. È una Cagliari deserta quella che saluta il ritorno del Santo preannunciato dalle sirene delle navi in porto.

La via Sant’Efisio di Stampace risplende dei colori delle migliaia di petali depositati lungo la strada sui, tra poco, passerà il Santo. Dopo alcune manovre rese complicate dalle dimensioni del mezzo dell’esercito, la statua viene riportata all’interno della chiesa.

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“Reverendissimo Monsignor Canonico, illustrissimo signor Alter Nos; Vogliate comunicare al Capitolo Metropolitano e al signor Sindaco del Comune di Cagliari che oggi primo maggio 2021 il voto è stato sciolto e cosi sarà sempre con l’aiuto di nostro Signore Gesù Cristo e di nostra Signora del Riscatto e del Glorioso Martire Sant’Efisio patrono di questa Arciconfraternita. Atrus Annus Mellus! ”.

Le parole del rito di scioglimento del voto, trasmesse dagli altoparlanti al di fuori della chiesa, si disperdono nel lungo applauso della piccola folla assiepata all’esterno. “Is Goccius”, l’epico canto tradizionale che narra le gesta del soldato imperiale giunto da Antiochia e divenuto martire, conclude come da tradizione le celebrazioni.  

“Atrus Annus Mellus” si disse nel 2020, “Atrus Annus Mellus” si è detto oggi.  La speranza di tutti è che la festa in onore di Sant’Efisio possa, fin dall’anno prossimo, essere restituita al suo popolo.