Sanità, trasparenza e giovani: continua il gioco delle “3 palle” della presidente.
“Stiamo dimostrando con i fatti cosa significa governare per i cittadini”. “Nei primi mesi di governo abbiamo lavorato sul riordino interno, trasparenza, centralità dei giovani”. “Sulla sanità abbiamo trovato una situazione disastrosa e stiamo lavorando alle soluzioni per permettere ai sardi di curarsi qui senza dover fuggire”.
Sono questi gli highlights dell’ultima intervista della Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, rilasciata al quotidiano “La Repubblica”. Una conversazione vis-a-vis con Matteo Pucciarelli, dove la “capa” della Giunta regionale, ormai in crisi di risultati dopo 8 mesi dall’insediamento (doveva essere il “Governo dei migliori”), ha tentato, peraltro seguendo modalità facilmente contestabili, a “metamorfosare” l’inetto operato della sua maggioranza e la malafede posta in essere nei diversi atti votati dai rappresentanti del cosiddetto Campo largo. Dispiacciono i termini forti (poco conosciuti ormai dai colleghi della stampa locale) ma di questo si tratta.
Mentre sulla trasparenza, per farsi una vera idea delle misure “per il bene dei sardi” messe in campo dall’attuale mandato, basta dare un’occhiata alle delibere ad hoc approvate dalla Giunta (edificanti alcuni stanziamenti destinati a estemporanee organizzazione no profit) e agli emendamenti votati “a più mani” per non farsi riconoscere dai consiglieri regionali della maggioranza nell’ultima (e prima) variazione di bilancio del mandato Todde, per rendersi conto del reale effort messo in campo da “Ale e soci” per tornare a credere nella politica e nelle istituzioni regionali. Andiamo, non prendiamoci per il naso!
Presidente, suvvia! Al posto di parlare con il giornalista de La Repubblica, soltanto dei 200 milioni messi nella sanità con l’ultima variazione di bilancio, parlasse anche dei milioni buttati a mare dai consiglieri della sua maggioranza (e dell’opposizione, sparita chissà perchè dai radar della polemica politica in Consiglio) e degli emendamenti “biricchini” firmati a più mani dai pavidi rappresentanti del Campo largo.
Sulla sanità, la situazione non è certo migliorata rispetto ai tempi della gestione pandemica del centrodestra di Christian Solinas. Invece il Campo largo, nella più totale incapacità e mancanza di visione continua a giustificarsi – dopo ancora 10 mesi – chiamando in causa il solito capro espiatorio del “precedente Governo” e delle “rovine lasciate dalla precedente amministrazione”. Ma, guardando lo stato dell’arte della sanità in Sardegna, nulla continua a cambiare, assenza di capacità incluse. Il risultato? Liste d’attesa infinite, quasi 2 sardi su 10 che decidono di rinunciare alle cure, altri che continuano a viaggiare verso altre regioni per ottenere assistenza sanitaria. Ancora, carenza di medici, sedi disagiate e disagiatissime scoperte e poi, come rilevato recentemente sul caso degli Oss, le immancabili alzate di ingegno di chi ieri criticava gli “incapaci” e oggi scopre che non erano gli unici ad esserlo… e sullo stato della sanità in Sardegna ne abbiamo parlato parecchio anche nell’ultimo podcast di Sardegnagol con l’ex assessore regionale all’Igiene, Sanità e Assistenza Sociale, Mario Nieddu.
E abbiamo pure il Theodoris Katergiannis della sanità… altro che rombo di tuono, per restare nel perimetro degli epiteti calcistici!
Eppure la signora di Nùoro, in campagna elettorale (vinta con un risicato distacco di circa 2000 voti), aveva puntato tutto proprio su trasparenza e salute. A distanza di 10 mesi dal 24 febbraio e di 8 mesi dall’insediamento della Giunta, si può affermare, senza rischio di essere smentiti, che i sardi hanno pescato, anche a questo giro, un’altra carta perdente.
Che dire poi della “centralità dei giovani”. Escludendo qualche tour “protetto” nelle scuole, dove la presidente ha condiviso le solite note narrative sul futuro dei giovani e altre menate, si è fatto ben poco. Nessuna proposta di legge presentata in Consiglio, qualche delibera “copia e incolla” (nei modi e nei toni) sulla gestione delle risorse del Fondo nazionale delle Politiche giovanili, esattamente come fatto da Christian Solinas e soci. Ancora, il rifinanziamento di interventi per i giovani voluti e approvati dalla precedente legislatura (pure nell’approvazione dell’ultima variazione di bilancio ci sono altri 1,250 milioni di euro per Giovani VISPI, mah!) e, cosa più disdicevole, per colei che doveva segnare “il cambio di passo”, la totale (e diciamo totale) autoreferenzialità e repulsione per la sinergia e la co-programmazione, come facilmente dimostrabile.
Piuttosto che aprire ai tavoli della discussione e della progettazione con le organizzazioni qualificate (ovviamente non quelle che vengono lautamente finanziate “aumm aumm” con gli emendamenti alla variazione di bilancio o con l’approvazione delle delibere di giunta), si preferisce mantenere forze fresche e, soprattutto, competenti, fuori dai tavoli. Il tutto con buona pace dei giovani sardi, sempre più condannati a dover partecipare alle solite pessime iniziative, per esempio, organizzate dall’Aspal in collaborazione con qualche locale consorzio sostenuto da potentati politici e che, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono con risultati scarso impatto. Che ci siamo per caso dimenticati, sempre per restare in tema, dei vari Talent Up, Foods, e dei vari “progettucci” per la “formazione disruptive” per i giovani sardi finanziati profumatamente con i fondi europei e regionali?
Gioco delle 3 palle (su trasparenza, sanità e giovani) che prosegue anche nell’intervista rilasciata a La Repubblica, sul fronte della politica nazionale. Uno scenario sempre più desolante proprio per il partito della Presidente Todde che, oltre a perdere pure il suo Garante, Beppe Grillo, scontratosi di recente con Giuseppe Conte, ha subito un notevole ridimensionamento nelle ultime elezioni regionali in Emilia-Romagna (3,56%) e in Umbria (4,96%). Numeri incontrovertibili che dicono molto sul naturale decorso di un movimento che ha tradito le aspettative della sua base elettorale.