Sanità: non si può fare a meno dei poltronari nell’Isola.

La sanità sarda non può e non deve essere libera dalle ingerenze del sistema partitico. Ieri come oggi la regola aurea della “gestione” del sistema sanitario regionale resta un dogma inconfutabile.

A ricordarlo ai cittadini sardi, oggi, il capo gruppo di Sardegna al Centro 20 Venti (nonché esponente importante della sfigatissima Legislatura Solinas), Antonello Peru: “La maggioranza – dichiara il consigliere di minoranza – smetta di perdere tempo in conflitti interni per le nomine dei direttori generali. Si pensi invece a migliorare i servizi sanitari per i cittadini sardi”.

Per raggiungere questo obiettivo basta, per Peru, applicare la legge regionale 24 del 2021, una normativa che fornisce “tutti gli strumenti per programmare il piano sanitario regionale efficace, dalla medicina territoriale integrata con quella ospedaliera, fino alla medicina di prossimità” e che interviene anche sulla questione dei commissari delle varie ASL, “prevedendo competenze specifiche per l’assessore in materia di indirizzo e controllo sui direttori generali, senza bisogno di interventi straordinari”.

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Ma, stigmatizza l’esponente dell’opposizione, una “parte della maggioranza continua a voler insistere proponendo, solo per giustificare una riforma, l’accorpamento di diverse Asl in vari territori o come quello dell’AOU di Sassari con la ASL n. 1”.

Nel frattempo, la risoluzione dei problemi dei sardi non può che continuare a passare in secondo piano non solo per gli evidenti problemi strutturali (mancano i medici, a voglia a criticare questo o quel governo regionale) ma, soprattutto, per l’interminabile gioco del “rubamazzetto” operato dalla classe dirigente di turno al Governo della Regione Sardegna. Un trend che conferma la famigerata regola aurea precedentemente citata e, infine, gli stucchevoli appelli di turno dei consiglieri/e di minoranza.

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