Sanità, Christian Solinas: “Il sistema ha retto nonostante la pandemia”. Progressisti: “Presidente troppo impegnato in vicende personali”.

“Il sistema sanitario ha retto nonostante la pandemia, offrendo ai cittadini un servizio di alto livello nonostante le gravi carenze di organico”. Ne è convinto il Presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, oggi intervenuto, insieme all’assessore della Sanità Mario Nieddu, a Villa Devoto per fare il punto sulla sanità sarda e sui principali interventi adottati dalla maggioranza regionale e richiamare tutti alla responsabilità istituzionale onde evitare la deriva “dei comitati contro”.

Un’azione di governo che in ambito sanitario ha registrato, secondo il Governatore, un netto cambio di marcia rispetto al passato, a partire dallo sblocco delle graduatorie della medicina di base – 244 sedi assegnate negli ultimi 2 anni a fronte di anni di blocco – fino ad arrivare agli investimenti per le apparecchiature mediche, l’abbattimento delle liste d’attesa – 20 milioni di euro per il sistema sanitario regionale pubblico (ancora fermi a causa dell’esplosione della pandemia e delle restrizioni in atto) e 11 per quello sanitario privato convenzionato -, l’incremento delle somme stanziate per le borse di specializzazione medica e non medica – 30 milioni per 253 nuove borse di studio ogni anno -, 3 milioni di euro per colmare il gap delle prestazioni sanitarie tra il nord e il sud Sardegna, l’aggiudicazione della gara per la realizzazione del nuovo sistema informatico/informativo sanitario regionale, l’estensione a tutti i cittadini del Fascicolo sanitario elettronico, lo stanziamento di 141 milioni di euro per l’ammodernamento tecnologico e gli interventi in edilizia sanitaria degli ospedali e delle strutture territoriali della Sardegna, cui si aggiungono 9 milioni e 959mila euro del Programma di riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radio terapia oncologica di ultima generazione e, fiore all’occhiello, la programmazione triennale del personale delle aziende del sistema sanitario regionale: “La pandemia – per Solinas – ha messo in evidenza errori di programmazione stratificati nei decenni, a partire dalla cronica carenza di personale”. Un passaggio poi alla ancora non attuata riforma sanitaria: “La riforma non è ancora pienamente attivata come non lo sono le aziende sanitarie locali. Nonostante sia stata fortemente criticata, la nostra riforma permetterà una netta distinzione tra la presa in carico del paziente e le procedure burocratiche che passeranno in carico all’ARES. Una riforma che si completerà con quella della medicina territoriale e della rete ospedaliera. Serve però che si ponga termine al continuo scontro istituzionale che non fa altro che alimentare un clima di sfiducia, stigmatizzando la destinazione lavorativa verso le zone dell’isola più disagiate”.

Christian Solinas, Mario Nieddu Massimo Temussi, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Marcello Tidore, Christian Solinas, Mario Nieddu Massimo Temussi, foto Sardegnagol riproduzione riservata

“Nel 2018 – ha ricordato Solinas – dopo anni di tagli progressivi e mancata programmazione, le borse di studio regionali per le scuole di specializzazione medica si erano ridotte a poco più di una trentina, e poco più di una decina quelle per l’area non medica. Noi le abbiamo riportare a 253”. Sulle soluzioni della Giunta all’atavica carenza di personale sanitario il Governatore ha poi dichiarato che la Giunta ha approvato il piano del personale per il periodo 21-23, “riequilibrando la forza lavoro in uscita, e potenziando gli attuali organici, prevedendo un saldo positivo di 2.081 unità. Tra il 2021 e il 2023 sono 3.046 i dipendenti del sistema sanitario regionale che andranno in pensione, tra personale sanitario, tecnico, amministrativo e professionale. Per lo stesso periodo sono state programmate 5.127 assunzioni. Nel dettaglio: l’organico delle aziende che prenderanno il posto dell’attuale Ats, cioè in Ares e nelle Asl che presto saranno operative in attuazione della riforma, si passerà da un organico di 14.284 unità a 15.763 a fronte di 2.245 cessazioni; all’Arnas G. Brotzu da 3.133 unità a 3.409, a fronte di 587 cessazioni, all’Aou di Cagliari da 1.371 a 1.500, al netto di 57 cessazioni; all’Aou di Sassari da 2.547 a 2647, a fronte di 156 cessazioni; Areus da 87 a 111”.

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Sulla bontà dell’operato del proprio mandato l’assessore Mario nieddu ha poi aggiunto che “sono stati programmati 66 concorsi per 799 posti complessivi a tempo indeterminato tra personale sanitario, tecnici e amministrativi delle aziende sanitarie” e che “le procedure sono state avviate per 62 concorsi di cui 25 già conclusi per un totale di 191 posti”.

Massimo Temussi, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Massimo Temussi, foto Sardegnagol riproduzione riservata

“Sono stati autorizzati ed espletati i corsi EST per l’abilitazione di 60 medici dell’emergenza territoriale – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo – È stato uno dei primi provvedimenti dell’attuale Giunta per rispondere alla forte carenza di medici in servizio nelle ambulanze medicalizzate. I corsi di abilitazione mancavano nell’isola da oltre dieci anni. I medici abilitati ora possono svolgere parte delle ore di servizi per coprire turni nei pronto soccorso”.

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Interventi che nonostante la ‘buona programmazione regionale’, devono andare di pari passo a un rinnovato rapporto di collaborazione tra Regione-Governo, dal momento – ricorda Solinas – che la Regione ha dovuto far affidamento nel corso della pandemia “a strumenti ordinari per far fronte alle necessità”. Da qui, per l’assessore Nieddu, la necessità di chiedere a Roma specifiche deroghe per rispondere, in modo particolare, alla diffusa carenza di medici specializzati: “Le Usca: le Unità speciali costituite per l’assistenza territoriale ai pazienti Covid hanno portato a un’insormontabile carenza di medici di continuità assistenziale da destinare alle guardie mediche, divenuto ancora più evidente nel periodo estivo con l’apertura delle guardie mediche turistiche. Per far fronte a questa problematica, ha precisato l’assessore Nieddu, è stato chiesto al ministro della Salute di modificare la legge istitutiva delle Usca per consentire alle unità di fornire assistenza sul territorio anche al di fuori dell’emergenza Covid, là dove risultassero carenti i presidi di guardia medica. Anche la carenza di specialisti nei pronto soccorso, ha detto l’assessore, ha manifestato il suo peso maggiore nel periodo estivo, con la recrudescenza della pandemia, che, ancora una volta, ha fatto sentire la sua pressione sugli ospedali, e con l’impatto dovuto alla presenza turistica. Il problema è stato affrontato con una strategia unitaria all’interno del sistema sanitario regionale e, in parallelo, con una richiesta formale al Ministero per consentire l’impiego delle guardie mediche nei pronto soccorso. Abbiamo richiesto al Ministero di attivare i compensi per prestazioni aggiuntive, con l’aumento da 60 a 80 euro l’ora, oggi previsti solo per il personale impegnato nelle vaccinazioni. L’obiettivo è quello di incentivare ulteriormente l’adesione alle prestazioni aggiuntive per i medici impegnati su tutti gli altri fronti dell’emergenza. Laddove è presente un punto di Guardia medica e risulti la carenza del medico di base, è stato chiesto al Ministero di poter estendere l’operatività del Punto di Guardia medica da 12 ore a 24 ore. Mentre dove non ci fosse un punto di Guardia, ma sussista la carenza del medico di base, è stato richiesto di prevedere l’istituzione di un Punto di Guardia”.

Christian Solinas, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Christian Solinas, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Nuove risorse anche per le RSA, 1 milione, 645mila euro per i Centri di salute mentale e per le prestazioni mediche specialistiche ambulatoriali, per le quali è previsto un aumento strutturale di 110mila ore, con l’obiettivo di riportare “nei presidi del territorio tutte quelle prestazioni specialistiche cancellate per effetto del blocco del turnover deciso nel corso della passata legislatura”, ha proseguito Nieddu.

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Adesso, continua l’assessore, “mancano altri 13 milioni inseriti nella legge Omnibus – in corso d’opera in Consiglio regionale – per gli incentivi ai medici allo scopo di favorire la copertura di tutte quelle sedi periferiche per cui risulti difficile attribuire incarichi nonostante i concorsi. Infine, stamattina è stato chiuso un accordo con il comitato consuntivo per la pediatria di prima scelta che risolverà i problemi per l’assistenza pediatrica nelle aree più disagiate”.

Gruppo Progressisti, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Gruppo Progressisti, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Un quadro della realtà distorto per il gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale: “Troppo impegnato in vicende personali, il Presidente della Regione racconta dell’organizzazione di un sistema sanitario che evidentemente non riguarda la Sardegna: tutto proiettato verso un futuro immaginario, ma senza una risposta – una – ai problemi che ogni giorno affrontano medici, personale sanitario, pazienti e familiari. La prolungata gestione commissariale, fuori da ogni prassi ma obbligata dalle difficoltà tutte interne ai partiti della maggioranza nella spartizione delle poltrone, la smobilitazione dei piccoli ospedali con il conseguente abbandono dei territori, l’assenza denunciata per mesi dagli amministratori locali di servizi essenziali come il medico di base nei piccoli centri, la mancata assistenza continua in settori tanto delicati da non essere mai stati intaccati prima d’ora, le liste d’attesa cresciute a dismisura, il sistema dei Pronto Soccorso che da tempo non reggono più e lavorano in totale confusione – basterebbe leggere i verbali delle audizioni in commissione Sanità dei direttori delle strutture – le continue e precise denunce delle associazioni dei pazienti cronici, le troppe opacità nel sistema degli appalti non possono essere derubricate al tentativo, da parte dei comitati che da mesi portano avanti rivendicazioni sancite dalla Costituzione, di creare “una dinamica conflittuale”, parole sue, con la Regione”.

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