Sanità, Camilla Soru: “In 5 anni perso il 18% di pediatri nell’Isola”.

La sanità sarda è sempre meno a prova di bambino/a. A rimarcarlo oggi Camilla Soru, candidata dem per il rinnovo del Consiglio regionale: “Uno studio pubblicato sulla carenza dei posti letto in terapia intensiva pediatrica in Italia, richiama la nostra isola per l’incredibile rapporto tra posti letto e paziente: gli standard europei raccomandano un letto per ogni 20.000-30.000 bambini, in Sardegna non ce ne è nemmeno uno”.

Senza contare, prosegue l’esponente del Partito Democratico, che “negli ultimi cinque anni il numero dei pediatri nell’isola è diminuito del 18%” nonostante la spesa sanitaria pro-capite in Sardegna sia “superiore alla media sia del Centro-Nord che del Mezzogiorno”.

LEGGI ANCHE:  Sanità, in Commissione sindacati e ordini professionali: "Sistema pubblico allo sfascio".

Non dovrebbe sorprendere, quindi, l’alto tasso di rinuncia alle cure pari al 12,3% rispetto alla media nazionale del 7%.

“Non c’è neppure un posto letto in terapia intensiva pediatrica – spiega la Soru -. Le conseguenze le vediamo ogni volta in cui un bambino va incontro a emergenze mediche: può essere solo stabilizzato, per poi essere messo su un aereo e ricevere le cure urgenti di cui ha bisogno in zone più attrezzate d’Italia. Non solo, la mancanza di una terapia intensiva preclude la nascita e lo sviluppo di alcune branche della chirurgia pediatrica e mette costantemente i nostri piccoli pazienti più a rischio dei loro coetanei delle altre regioni”.

LEGGI ANCHE:  Unione europea della sanità: 752,4 milioni per il 2024.

Intervento che dalle criticità passa alle soluzioni: “È necessario partire da politiche di rilancio del capitale umano. Garantire la formazione di una equipe di medici anestesisti pediatrici per poter costruire finalmente un reparto di terapia intensiva. Occorre – conclude – incidere maggiormente sulle zone disagiate e fornire incentivi economici ai medici che decidono di operare sull’Isola, specialmente nelle aree interne, per incentivare il lavoro in quelle sedi in cui è riconosciuto uno svantaggio”.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata