Sanità, 110mila ore in più per le visite specialistiche. Mario Nieddu: “Cambio di rotta rispetto al passato”.

Centodiecimila ore in più per le visite specialistiche ambulatoriali a disposizione dei pazienti sardi. Questo l’effetto dell’accordo integrativo siglato con i medici della specialistica ambulatoriale e l’Assessorato regionale della Sanità, che consentirà ad Ares-Ats l’erogazione, nell’anno in corso, di circa 890mila ore complessive per incarichi nelle strutture sanitarie territoriali di tutta l’Isola, con un incremento di circa 110mila ore rispetto al 2020.

Un risultato commentato oggi dal Presidente della Regione Christian Solinas: “Potenziamo la medicina territoriale, uno dei pilastri del nostro sistema sanitario. Un obiettivo reso possibile anche grazie alle risorse aggiuntive stanziate a dicembre nella variazione di bilancio, 13milioni per il triennio in corso, e nell’ultima Finanziaria tecnica, 4,6 milioni. Con questo nuovo impulso – spiega il Presidente – restituiamo ossigeno a strutture come i poliambulatori e le case della salute dopo una lunga stagione di tagli che hanno portato a una progressiva desertificazione dei servizi di assistenza e cura. Rafforzando la specialistica ambulatoriale aumentiamo la capacità di risposta dei nostri presidi per l’assistenza primaria, con benefici anche sul piano dell’abbattimento delle liste d’attesa”.

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Christian Solinas, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Christian Solinas, foto Sardegnagol riproduzione riservata

Accordo atteso e salutato con entusiasmo dall’assessore Mario Nieddu: “Abbiamo posto le basi per un cambio di rotta rispetto al passato. Non solo il risultato raggiunto ci consentirà di stabilizzare i servizi assistenziali attualmente erogati, ma le prestazioni specialistiche da tempo scomparse dalle strutture sanitarie territoriali, a causa della mancata sostituzione dei medici andati in pensione o con incarico a termine, potranno finalmente essere ripristinate. Questo porterà numerosi vantaggi. Sul piano della mobilità interna, ad esempio, i cittadini che vivono fuori dai grandi centri urbani potranno tornare ad avere assistenza e cure senza dover per forza affrontare lunghi spostamenti. Si pensi, ad esempio al disagio di tanti anziani o persone con disabilità costretti a fare lunghi tragitti per una visita oculistica o ortopedica magari non più presenti nel poliambulatorio del proprio distretto per via del blocco del turnover”.

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