Salute mentale, Axa group: “Italiani tra i meno felici al mondo”.

L’Italia è un Paese sempre più deprimenti? Sembrerebbe di sì secondo i dati dell’indagine promossa dal gruppo Axa, in occasione della giornata mondiale della salute mentale. Una ricerca che conferma italiani e giapponesi ai gradini più bassi della “scala della felicità”.

La ricerca, in particolare, ha individuato quattro profili in relazione alla salute e benessere mentale: coloro che combinano benessere sociale, emotivo e psicologico a un livello di soddisfazione massima (Flourishing); quelli che mostrano benessere in alcune aree, (Getting by); le persone che non si sentono al pieno delle proprie capacità e manifestano assenza di benessere (Languishing) e, infine, chi riporta la totale assenza di aree di benessere (Struggling).

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In Italia ha dichiarato di provare uno stato di pieno benessere (Flourishing) solo il 18%, in calo rispetto al 20% registrato nell’indagine del 2022. A pesare sul benessere mentale è soprattutto o stress, il disagio mentale più diffuso a livello globale, avvertito dal 56% degli italiani. I risultati dell’analisi, ancora, annoverano tra le cause che inficiano il benessere mentale anche l’impatto della guerra in Ucraina, avvertito dal 52% del campione, e del cambiamento climatico, avvertito dal 43% della popolazione, terza percentuale più alta in Europa.

Il 75% del campione, inoltre, ha dichiarato che migliore è lo stato mentale, minore è l’intenzione di cambiare lavoro, mentre per quanto riguarda i modelli di lavoro, a livello globale, il lavoro ibrido è considerato il migliore in ottica di benessere mentale, anche se quasi 1 italiano su 4 preferisce il lavoro da casa (23%).

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In 31 Paesi, infine, il 78% ritiene che la salute mentale sia importante quanto quella fisica, ma solo il 34% sostiene siano trattate equamente dai sistemi sanitari del proprio Paese.

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