Ryanair e le multe in aeroporto: la Commissione Europea interverrà?

La compagnia aerea Ryanair, insieme ad altre compagnie low-cost, impone sanzioni ai passeggeri che non effettuano il check-in online prima di arrivare in aeroporto. Questa pratica, non comune nel settore dell’aviazione, solleva dubbi sulla sua legittimità e sulla reale intenzione della compagnia: incentivare il check-in digitale o penalizzare i viaggiatori ignari?

Un aspetto controverso riguarda l’impossibilità di effettuare il check-in nelle ore immediatamente precedenti alla partenza, dando l’impressione che Ryanair voglia cogliere in fallo i passeggeri piuttosto che ottimizzare i costi operativi. La multa, che supera i 50 euro a persona, pesa particolarmente sulle famiglie: per un nucleo di cinque persone, la sanzione può superare i 250 euro, spesso più del prezzo complessivo del volo.

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A rendere la questione ancora più confusa è il fatto che molte famiglie con bambini piccoli devono comunque recarsi al banco del check-in per registrare passeggini e altri accessori, generando incertezza su quando il check-in online sia effettivamente necessario.

La questione è stata portata all’attenzione della Commissione Europea dall’eurodeputata Virginie Joron (PfE), che ha presentato un’interrogazione scritta chiedendo chiarimenti sull’avvio di una indagine verso il quadro sanzionatorio difeso dalle compagnie di volo e sulle misure per tutelare i passeggeri/e contro le multe in aeroporto.

Della questione, per la Commissione von der Leyen, si è incaricato della risposta il commissario europeo Michael McGrath, precisando che le multe per il mancato check-in online sono previste nei termini contrattuali delle compagnie aeree. Tuttavia, la Direttiva 93/13/CEE del Consiglio stabilisce che una clausola contrattuale è considerata scorretta se provoca uno squilibrio significativo a svantaggio del consumatore.

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“Secondo la normativa UE – spiega l’esponente della Commissione von der Leyen – le sanzioni eccessive possono rientrare tra le pratiche abusive. Tuttavia, l’applicazione della legge spetta ai singoli Stati membri, che possono valutare la legittimità di queste clausole e, se necessario, adottare provvedimenti contro di esse. Inoltre, in caso di infrazione diffusa, le autorità nazionali possono attivare la Rete di Cooperazione per la Protezione dei Consumatori, prevista dal Regolamento (UE) 2017/2394. La questione resta aperta: la Commissione – conclude – non ha annunciato un intervento diretto, lasciando agli Stati membri la responsabilità di contrastare le pratiche considerate scorrette. Intanto, i passeggeri dovranno continuare a prestare massima attenzione alle condizioni imposte dalle compagnie aeree per evitare costi imprevisti al momento dell’imbarco”.

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