Russia, Tatyana Stanovaya: “Fiducia in Putin non più scontata”.

“Le élites sono rimaste a lungo dormienti ma adesso qualche voce dissonante si comincia a sentire e non solo sui social network; la fiducia nei confronti del presidente Vladimir Putin non è più scontata”. Così l’analista russa Tatyana Stanovaya, direttrice dell’osservatorio R. Politik, intervistata dall’agenzia Dire, ha fatto il punto sul sentiment all’interno della Federazione Russa.

Al centro del colloquio le implicazioni politiche del conflitto in Ucraina nei giorni della controffensiva delle forze di Kiev nel settore nord-orientale di Kharkiv. La premessa di Stanovaya è che in questa fase il potere di Putin non è a rischio. Secondo l’analista, “la maggioranza dei russi sostiene ‘l’operazione militare speciale’ in Ucraina e il suo interesse nei confronti di ciò che accade al fronte è in calo, anche perché perlopiù non è coinvolta o colpita direttamente”.

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Per il presidente ci potrebbero essere però almeno due problemi. “Il primo riguarda l’ala conservatrice favorevole all’offensiva annunciata il 24 febbraio” dice Stanovaya: “Vuole la capitolazione di Kiev e l’annessione della maggior parte possibile di territorio e adesso con il presidente ha un rapporto complesso, anche perché lui si rifiuta di chiamare ‘guerra’ la guerra ed è sempre stato contrario a una coscrizione nazionale su basi obbligatorie”.

Sulle tv di Mosca continuano le trasmissioni di intrattenimento e proprio ieri, in occasione delle celebrazioni del Giorno della città, Putin ha inaugurato nella capitale una ruota panoramica. “E’ importante”, ha detto il presidente, “che i russi godano un po’ di relax insieme con gli amici e le loro famiglie”.

Secondo Stanovaya, a Mosca ci sono però “due mondi a una distanza scioccante l’uno dall’altro”. “Su Telegram”, riferisce l’analista, “c’è un’ondata di sdegno e protesta per le sconfitte militari della Russia che non raggiunge i giornali e le tv ma che può comunque influenzare le élites”. Sarebbero proprio le élites l’altro problema di Putin. “Fino a poco tempo fa tutti pensavano ‘il presidente fa tutto, ne sa di più e bisogna fidarsi'” continua Stanovaya. “Adesso però anche personaggi in vista esprimono dubbi e pongono domande in pubblico: lo ha fatto la giornalista Margarita Simonyan, che si è chiesta in diretta tv come mai le infrastrutture civili dell’Ucraina non siano state colpite sin dal primo giorno; e lo ha fatto persino Arkady Rotenberg, imprenditore amico di Putin, che ha suggerito di non avvicinarsi troppo alla Cina, che anche sull’energia fa sempre e solo i propri interessi”.

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Interpretare i piani del presidente, sia sugli obiettivi dell”operazione speciale’ che sul possibile assetto dei territori strappati a Kiev, resta difficile. “Di sicuro Putin è sempre stato contro la mobilitazione nazionale, preferendo reclutamenti volontari anche con incentivi in denaro” sottolinea Stanovaya. “La sua scommessa è che Kiev capitoli da sola a causa delle devastazioni della guerra e del rifiuto della popolazione a un conflitto a oltranza”. Si ricollegherebbe anche a questa visione il ritiro dei reparti di Mosca dall’area di Kharkiv per decine di chilometri. “La mobilità del fronte è messa in conto ma quello che è importante per Putin è la tutela delle unità russe” riferisce Stanovaya: “E’ convinto che comunque quelle zone sono russe e che il ritorno dei russi è solo questione di tempo”.

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foto Kremlin.ru