Russia: stop al petrolio russo per i Paesi che adottano il price cap.
Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha firmato ieri l’ordine esecutivo sulle misure economiche speciali nel settore dei carburanti e dell’energia in risposta alla decisione delle nazioni occidentali di stabilire un tetto massimo sul petrolio russo e sui prodotti petroliferi.
Una decisione – si legge nella nota del Cremlino – che rappresenta una risposta alle “azioni ostili” intraprese dagli Stati Uniti, da altri Stati stranieri e dalle organizzazioni internazionali che si sono schierate con loro, per stabilire un prezzo massimo per il petrolio e i prodotti petroliferi russi, che viola il diritto internazionale.
I Paesi del G7, l’Unione Europea e l’Australia, come risaputo, avevano concordato nel corso del mese di dicembre, un prezzo massimo di 60 dollari al barile per il greggio russo trasportato via mare. Una misura – secondo gli analisti – mirata a impoverire le casse statali russe ed esercitare quindi una pressione per limitare gli sforzi militati russi in Ucraina.
“L’ordine esecutivo ha lo scopo di proteggere gli interessi nazionali della Federazione Russa ed è conforme alle leggi federali n. 281-FZ sulle misure economiche speciali e misure coercitive del 30 dicembre 2006, n. 390 FZ sulla sicurezza del dicembre 28, 2010, e n. 127-FZ sulle misure a contrasto delle azioni ostili degli Stati Uniti d’America e di altri Stati stranieri, del 4 giugno 2018”.
La Russia vieterà, quindi, la vendita di petrolio e prodotti petroliferi a società e privati stranieri nei Paesi dove è previsto l’utilizzo del Price cap direttamente o indirettamente. Il divieto si applica a tutte le fasi della vendita, fanno sapere dal Cremlino.
A monitorare sul rispetto delle misure del decreto esecutivo, che enetrerà in vigore il 1° febbraio 2023, sarà il Ministero dell’Energia della Federazione Russa.
foto Kremlin.ru