Russia e Bielorussia: nuove sanzioni dal Consiglio europeo.

Il Consiglio europeo ha deciso di colpire, attraverso nuove sanzioni, 36 funzionari bielorussi di alto livello responsabili, secondo le istituzioni europee, della repressione dei manifestanti, giornalisti e membri dell’opposizione nello Stato bielorusso.

Una decisione che nelle ambizioni del Consiglio, mira a esercitare pressioni sulla leadership politica bielorussa per prevenire ulteriori violenze e repressioni r liberare tutti i prigionieri politici e altre persone ingiustamente detenute.

Tra le misure restrittive inflitte ai danni dei destinatari delle sanzioni, il divieto di ingresso nei Paesi UE e il congelamento dei beni presenti nell’area dell’Unione.

Con le nuove sanzioni salgono a 90 le persone colpite dalle restrizioni dell’UE in Bielorussia. Lo scorso 1° ottobre 2020 il Consiglio aveva imposto una prima serie di sanzioni contro 40 persone, mentre il 6 novembre 2020 è stata imposta una seconda serie di sanzioni che hanno colpito lo stesso Presidente bielorusso, Alexandr Lukashenko, e altri 14 funzionari.

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Sanzioni che hanno interessato anche la Russia che vedrà prorogate, fino al 31 luglio 2012, le attuali misure restrittive rivolte a specifici settori dell’economia russa, imposte dal Consiglio nel 2014 in risposta alle trame destabilizzatrici della Russia in Ucraina.

Una decisione confermata nel corso dell’ultimo Consiglio europeo del 10 dicembre, a seguito dell’ultima valutazione sullo stato di attuazione degli accordi di Minsk da parte della Russia.

Le sanzioni continueranno a limitare l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’UE per alcune banche e società russe, vietando inoltre l’importazione, l’esportazione o il trasferimento diretto o indiretto di tutto il materiale relativo alla difesa.

In aggiunta alle sanzioni economiche, il Consiglio ha inflitto anche alcune misure restrittive individuali a cittadini russi (congelamento dei beni e restrizioni di viaggio nell’UE) in risposta all’annessione illegale della Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Russia.

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Foto di Zdeněk Fekar da Pixabay