Ripresa, Corte dei Conti europea: “Migliorare misurazione e comunicazione”.
Nonostante la Commissione europea sia riuscita a istituire rapidamente un sistema di gestione del debito per NextGenerationEU (NGEU), ovvero il più ingente programma di investimento e di prestito nella storia dell’UE, varato a giugno 2021, secondo la nuova relazione della Corte dei conti europea, l’esecutivo dell’UE deve effettuare una migliore misurazione e comunicazione sul modo in cui il debito viene gestito e rendicontato, affinché il programma sia conforme alle migliori pratiche internazionali.
Come risaputo, l’iniziativa NGEU fornisce sovvenzioni e prestiti agli Stati membri al fine di sostenerli nella ripresa economica dopo la pandemia di COVID-19 ed è finanziata integralmente tramite indebitamento. La Commissione ha istituito una strategia di finanziamento diversificata, che si allontana del tradizionale modello di finanziamento back-to-back. Entro la fine del 2026, mira a emettere obbligazioni dell’UE per un importo massimo di 807 miliardi di euro sui mercati dei capitali (150-200 miliardi di euro l’anno). L’importo preso in prestito dipenderà, in ultima analisi, dal modo in cui i paesi dell’UE attueranno il dispositivo per la ripresa e la resilienza, che rappresenta la parte di gran lunga più significativa del pacchetto di finanziamenti NGEU.
“Il sistema di gestione del debito istituito dalla Commissione per NGEU ha avuto un inizio incoraggiante”, ha dichiarato Jorg Kristijan Petrovič, il Membro della Corte responsabile della relazione: “Sebbene si tratti di uno strumento temporaneo, gli interessi sui prestiti saranno pagati per oltre 30 anni e saranno i nostri figli e nipoti a doverli rimborsare. Pertanto, è necessario che la Commissione adegui le proprie capacità, istituite rapidamente, e migliori la rendicontazione sulla performance della gestione del debito”.
Entro fine giugno 2022, la Commissione ha effettuato 65 operazioni di assunzione di prestiti a titolo di NGEU, per un importo di 195 miliardi di euro. Gli auditor dell’UE hanno rilevato che, nel primo anno, i costi di finanziamento riflettevano la posizione della Commissione sul mercato. L’evoluzione dei rendimenti di mercato delle obbligazioni NGEU è stata paragonabile ai rendimenti di mercato delle obbligazioni sovrane degli Stati membri con rating del credito altrettanto elevati (come Francia e Austria). La Commissione ha inoltre rispettato tutti i principali requisiti normativi riguardanti la gestione del portafoglio di strumenti di debito e dei rischi, offrendo al contempo un buon livello di prevedibilità dell’iniziativa di finanziamento NGEU e garantendo una fiducia elevata nel debito dell’UE da parte degli operatori di mercato.
Tuttavia, la Commissione non è responsabile essenzialmente che della fornitura in tempo utile di fondi sufficienti. Non è chiaro a chi spetti la responsabilità per il conseguimento degli altri obiettivi del programma in materia di gestione del debito. In effetti, la Commissione non ha definito chiaramente i propri obiettivi di gestione del debito nella strategia di finanziamento NGEU. Di conseguenza, le sue misurazioni e la rendicontazione sulla performance si sono rivelate carenti. Ad esempio, l’esecutivo dell’UE non riferisce abbastanza circa il modo in cui riduce al minimo i costi di assunzione dei prestiti, o su quale percentuale degli introiti derivanti dalle obbligazioni verdi sia spesa conformemente al sistema di classificazione ambientale dell’UE noto come “tassonomia”. La Corte dei conti europea invita la Commissione a formulare chiari obiettivi di gestione del debito, a riferire in merito alla performance di quest’ultima e a documentare sistematicamente le decisioni di fissazione dei prezzi per le sindacazioni delle obbligazioni dell’UE.
Gli auditor dell’UE rilevano che, nonostante la Commissione abbia istituito, in tempi relativamente brevi (sei mesi) e in circostanze difficili, un’équipe centrale competente ed esperta al fine di avviare le attività di assunzione di prestiti su larga scala, dipende ancora fortemente da personale temporaneo per gestire le proprie operazioni di debito, elemento che può mettere a rischio la continuità operativa. La Corte dei conti europea invita la Commissione ad attuare una strategia adeguata per il personale, rafforzare il ruolo del direttore rischi e istituire un middle-office per monitorare i compromessi raggiunti nel quadro della gestione del debito e valutare la performance degli incaricati della gestione del debito del front-office.
foto corte dei conti europea