Rinnovabili. La proposta di Fratelli d’Italia per fermare l’assalto al territorio.

Quale occasione migliore di una sconfitta elettorale (la seconda in meno di un semestre) per presentare una nuova proposta di legge per “fermare l’assalto al territorio sardo?”. Di questo si è parlato oggi nel corso della conferenza dei consiglieri di FdI in Consiglio regionale o, meglio, della soluzione per bloccare il proliferare di richieste per le nuove instrallazioni di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Un intervento di carattere urbanistico che dovrebbe individuare le aree “off limits” per l’installazione di nuovi impianti, attribuendo ai terreni agricoli caratteristiche di pregio meritevoli di salvaguardia.

Un fenomeno, andrebbe ricordato ai rappresentanti locali del partito di Giorgia Meloni, che non nasce nelle ultime settimane ma che ha radici ben profonde: di anni come facilmente intuibile. Ecco quindi, sull’onda del trend nato dalle proteste dei territori, la nuova proposta di un partito fino a poco tempo fa alla maggioranza di Governo. Insomma, le idee migliori ai partiti vengono sempre quando si è all’opposizione.

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“Le zone classificate come agricole nei piani urbanistici – in sintesi – non sono idonee per l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e lo stop, ad eolico e fotovoltaico, dovrebbe riguardare anche i procedimenti autorizzativi in corso”.

Nel testo di Fdi anche la previsione del parere “vincolante e obbligatorio” da parte della Regione sarda, nei procedimenti di competenza del ministero dell’Ambiente per quanto attiene i così detti “grandi impianti”.

“Fermare l’assalto degli speculatori – precisa Paolo Truzzu – salvaguardando i territori, il paesaggio e le produzioni agricole è il nostro obiettivo; con una norma agile, snella e efficace, riteniamo si possa intervenire immediatamente”. “Attraverso una norma di carattere urbanistico vogliamo individuare le aree dove non sarà possibile procedere all’installazione di nuovi impianti, riconoscendo le superfici agricole come aree di pregio da destinare soprattutto all’attività di produzione di beni primari. Sono esclusi gli impianti finalizzati all’autoconsumo e alle comunità energetiche, oltre a quelli agrifotovoltaici con determinate caratteristiche. La tutela del suolo destinato alla produzione agricola, prevista nel Pdl, è riferita anche alle procedure già in corso, che, se approvate, rischierebbero di compromettere per sempre il nostro territorio. La nostra proposta – prosegue -, in virtù della competenza primaria della Regione in materia urbanistica, introduce anche un parere obbligatorio e vincolante da parte della Regione per tutti i procedimenti di competenza nazionale. Il nostro obiettivo, in attesa della definizione delle aree idonee, oltre a difendere gli interessi della Sardegna e dei sardi contro la speculazione ai danni del territorio, è anche quello di alleggerire le Amministrazioni dagli adempimenti burocratici, dovuti alle numerose richieste, che stanno intralciando pesantemente la loro attività, creando apprensione e preoccupazione”.

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Incontro che ha visto una corale contrarietà all’ipotizzata estensione delle salvaguardie del Ppr agli ambiti delle aree interne ed anche lo scarso favore per le disposizioni contenute nel disegno di legge n.15 della Giunta che, per i consiglieri di FdI, “è illegittimo”.

“La nostra proposta di legge – ha dichiarato Corrado Meloni di FdI – è uno strumento agile e concreto per contribuire alla salvaguardia del nostro territorio, conciliando le esigenze della modernità e del processo di transizione energetica, con quelle, per noi essenziali, della nostra terra, della tutela dell’ambiente e del paesaggio, che hanno valore non solo identitario, ma anche economico e sociale. Siamo contro le speculazioni predatorie, ma lo facciamo con sano realismo, lontani dal coro delle prefiche del piagnisteo tardivo e strumentale a interessi politici di piccolo cabotaggio”.

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