Rinnovabili, Garraud: “L’Ue ci condanna al collasso economico”.
Nonostante le rigide leggi delle fisica, l’Unione Europea si sta lanciando in tecnologie che non hanno senso finanziare. Per sfruttare appieno l’energia rinnovabile, secondo l’eurodeputato di Identità e Democrazia, Jean-Paul Garraud, infatti, dobbiamo avere a disposizione strutture di stoccaggio attualmente non disponibili, come ricordato anche dalla fisica dell’idrogeno.
Una strategia europea, per l’esponente francese, che rappresenta “una sorta di trappola”: “I miliardi di euro che l’UE stanzia per vari progetti energetici rinnovabili o sostenibili legati all’idrogeno non cambieranno le leggi immutabili della fisica. Prendendo decisioni sbagliate sulla politica climatica ed energetica, l’Unione europea non solo perderà la sua competitività, ma smetterà di svilupparsi. La crescita del PIL negli ultimi 15 anni – prosegue – è stata inferiore al 5% in Francia, in Germania all’8%, in Spagna al 14% e in Italia al 17%. La crescita del PIL nell’UE nel suo complesso nell’arco di 15 anni è stata del 2%. Nello stesso periodo, la crescita del PIL negli Stati Uniti è stata del 70% e in Cina del 300%”.
Dovuta, quindi, la richiesta alla Commissione europea circa la sostanzialità delle politiche climatiche ed energetiche europee. Una domanda sulla quale è intervenuta la commissaria per l’energia, Kadri Simson, la stessa che parlava di grande risultato per l’accordo energetico, a prova di Stato di diritto, tra Ue-Azerbaigian.
“L’Eurostat – si legge nella risposta della Simson – riferisce che la crescita totale del PIL nell’UE negli ultimi 15 anni è stata del 52%, 61% in
Germania, 31% in Spagna, 38% in Francia e 27% in Italia. La crescita più elevata negli Stati Uniti può essere stata influenzata da una moltitudine di fattori, comprese le differenze strutturali, i tassi di innovazione e i dati demografici. Nelle sue valutazioni delle politiche climatiche ed energetiche, la Commissione esamina le soluzioni più efficaci in termini di costi, basandosi sulle più recenti e solide conoscenze scientifiche e le maggiori economie mondiali stanno accelerando i loro investimenti nella transizione verde. La Cina sta investendo maggiormente sulle energie rinnovabili rispetto al
resto del globo messo insieme, con una previsione di 2060 gigawatt (GW) attesi nel periodo 2023-2028, rispetto ai 430 GW nell’UE e 340 GW negli Stati Uniti”.
Dati che fungono da premessa per l’ennesima litania della necessità di puntare ad altri sistemi di approvvigionamento energetico dopo lo scoppio dell’ultima crisi geopolitica in Europa: “La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina – ha dichiarato ancora l’esponente della Commissione von der Leyen – e la conseguente crisi energetica lo hanno messo in luce la vulnerabilità dell’UE ai rischi legati alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico. L’IEA – l’Agenzia internazionale dell’energia – stima che l’UE eviterà l’importazione di 180 miliardi di metri cubi di gas ogni anno grazie alla diffusione di tecnologie pulite tra il 2019 e 2023. Grazie alle misure di riduzione della domanda di gas, l’UE ha ridotto il proprio consumo di gas
di oltre il 20% rispetto al 2021″.
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