Rincari energetici. Le misure del Consiglio dei ministri.
Il Consiglio dei ministri, nel pomeriggio, ha approvato un decreto-legge per l’introduzione di misure per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale. A tal fine sono stanziati quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 (per il primo trimestre 2022) saranno destinati a fare fronte al caro energia e la restante parte invece a sostegno delle filiere produttive.
Dopo aver stanziato 4,7 miliardi per ridurre la pressione per il “caro bollette” nel III e IV trimestre 2021 con il nuovo decreto vengono prorogate le misure già in essere, come l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW, nonché alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. Ancora, la riduzione dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il settore gas, il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie con ISEE di circa 8.000 euro o di 20.000 nel caso di famiglie numerose e il credito d’imposta per le imprese energivore. Viene inoltre introdotto un nuovo contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, in favore delle imprese gasivore.
Il decreto prevede anche la pianificazione di un programma di accelerazione delle energie rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico, con un intervento di semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali.
Inoltre è previsto l’incremento della produzione nazionale di gas allo scopo di diminuire il rapporto importazione/produzione da utilizzarsi a costo equo per imprese e PMI.
È previsto, altresì, l’aumento della produzione di carburante sintetico e supporto al suo utilizzo in settori strategici, come ad esempio nel campo dei trasporti e aviazione.
Per quanto attiene al sostegno alle filiere produttive, il decreto interviene sull’automotive e microprocessori. Per il primo comparto, il provvedimento stanzia risorse pluriennali, fino al 2030, con l’obbiettivo di favorire la transizione verde, la ricerca, la riconversione e riqualificazione dell’industria del settore automotive. Inoltre sono previsti incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti. Per il settore dei microprocessori sono previsti fondi pluriennali, fino al 2030, per la produzione nazionale di microchip.
Inoltre, viene ampliato l’ambito di interventi di riqualificazione e adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori finanziabili con il Fondo nuovo competenze e si incrementa il fondo per l’adeguamento dei prezzi, inserendo specifiche norme in materia di revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici in essere.
Infine, il decreto prevede stanziamenti a favore delle Regioni, in particolare per far fronte alle maggiori spese relative alla crisi pandemica, e ai Comuni che stanno affrontando l’aumento dei costi per l’illuminazione.
Il provvedimento interviene per sbloccare anche il processo di cessione del credito dei bonus edilizi, recentemente oggetto di numerose indagini giudiziarie. La disposizione prevede che sarà possibile cedere il credito per tre volte e solo in favore di banche, imprese di assicurazione e intermediari finanziari e che lo stesso non possa formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate. A tal fine viene introdotto un codice identificativo univoco del credito ceduto per consentire la tracciabilità delle cessioni.
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