Riforma sanitaria: conclusa la discussione generale. Da lunedì la discussione degli articoli.
Dopo la pausa pomeridiana, l’assemblea ha ripreso la discussione generale del Testo unificato della riforma del sistema sanitario regionale.
Daniele Cocco di LeU in apertura del suo intervento ha espresso disaccordo per la proposta di riforma: “E’vero che i problemi della sanità sarda vengono da lontano, da un certo ‘Cagliari-centrismo’ al quale si cercò di ovviare con l’istituzione dell’Ats, ma nei fatti con la riforma si sta facendo un grave passo indietro senza intaccare i nodi sensibili del sistema, come quello delle liste d’attesa che determinano. Altro problema irrisolto è rappresentato dalla diffusione del precariato e dal mancato utilizzo delle graduatorie a favore del ricorso alle agenzie interinali”.
Il consigliere del gruppo Udc-Cambiamo, Domenico Gallus, ha affermato che “la riforma sanitaria è il primo banco di prova della maggioranza, nella consapevolezza che la riforma, di per sé, non darà risposte concrete alla forte domanda di saluta dei sardi, ma solo perché è una riforma della ‘governance’ che dovrà essere seguita da altri provvedimenti, in materia di sanità territoriale e rete ospedaliera”.
“In tutti gli ospedali che abbiamo visitato come commissione, ha ricordato Gallus, ci è stato chiesto da tutti di smantellare l’Ats. Noi siamo certi, che proseguiremo la riforma concentrandoci sul territorio e non sulla rete ospedaliera come è stato fatto nella precedente legislatura”.
Il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha citato l’esempio della sanità oristanese per evidenziarne il dato comune a tutta la sanità sarda: “Per applicare la riforma, ha ammesso Mura, ci vorrà tempo, ma la strada è quella giusta, tornare sul territorio e interrompere la tendenza all’accentramento dei servizi presso la grandi strutture. Da Sindaco ho impugnato il provvedimento relativo alla rete ospedaliera deciso dalla Giunta Pigliaru”.
Per Angelo Cocciu (Forza Italia) “di fronte ad una riforma di tale portata, bisognerebbe impegnarsi più per migliorarla che per criticarla a priori, più per farla funzionare che per lanciare accuse di occupazione di poltrone e di potere. Confrontiamoci nel merito – ha ripetuto Cocciu – perché questo è il metodo migliore per fare una buona riforma nell’interesse dei sardi”.
Per il gruppo Misto è intervenuto Stefano Tunis: “Il principale errore della legislatura precedente è stato costituire una Asl unica sperando che fosse il modo migliore per tagliare i costi, col risultato che la spesa è rimasta sostanzialmente invariata ma il servizio è peggiorato di molto. Altro errore è stato iniziare la riforma dalla rete ospedaliera e non dal territorio, scelta dovuta allora a precisi orientamenti del Governo nazionale”.
Perplessità, invece, per la capogruppo del M5S, Desirè Manca: “Non mi interessa ciò che è stato fatto prima ora tocca a noi e in questa riforma non c’è scritto niente. Quali sono le vostre proposte sulle liste d’attesa? Niente si legge nemmeno sulla strumentazione ormai obsoleta presente negli ospedali. La realtà è che oggi se uno si ammala e non ha soldi muore”. Critico anche il giudizio dell’esponente pentastellata sulle riproposizione delle 8 Asl, viste come veri e propri “contenitori vuoti per sistemare qualche amico di partito”.
Antonello Peru, a nome del gruppo Udc-Cambiamo , ha difeso la proposta di riforma definendola come ‘strutturale’: “In Commissione si è lavorato in modo eccellente, questa riforma rispetta la volontà popolare. I sardi in campagna elettorale hanno chiesto di smantellare l’Ats e di avvicinare la sanità ai territori. Questa legge smonta l’azienda unica e la divide in otto enti territoriali. Al posto dell’Ats ci sarà l’Ares, un organo più snello che avrà il compito di reclutare i dipendenti, gestire la stazione unica di committenza e informatizzare le aziende sanitarie”.
Per Dario Giagoni della Lega: “Questo è il primo passo verso un nuovo sistema sanitario. La riforma è il risultato dell’impegno della Giunta e dell’assessore Nieddu a cui ha dato il proprio contributo la Commissione competente. Purtroppo la riforma arriva con qualche mese di ritardo in aula a causa dell’emergenza Covid ma la pandemia, nella sua drammaticità, ha consentito di toccare con mano le criticità del sistema. Ora sappiamo che abbiamo bisogno di una sanità forte che dia risposte rapide ed efficaci”.
Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, ha esordito rimarcando la ‘discrepanza’ tra analisi e sintesi della riforma sanitaria: “Ciò che approveremo non migliorerà la sanità. Stiamo affrontando situazioni complicate che in autunno potrebbero peggiorare. Avete imposto una tabella di marcia che andrebbe bene in tempo di pace ma non è concepibile in una situazione di difficoltà come questa. Dai territori – ha aggiunto Agus – sono arrivate richieste precise che non vengono accolte nella riforma. C’è bisogno di scelte ponderate, perché determineranno il futuro della sanità”.
Al termine degli interventi dei consiglieri il Presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore alla Sanità, Mario Nieddu che, dopo aver elogiato il lavoro della Protezione civile e del personale medico durante l’emergenza, è entrato nel merito della proposta di riforma: “La filosofia è chiara: superare il modello di governance dell’azienda unica salvandone alcuni aspetti positivi. Ares lavorerà su economie di scala con l’accentramento degli acquisti che consentirà di realizzare importanti risparmi nella spesa. Il risparmio però deve essere virtuoso, non deve portare al blocco del turnover. Noi vogliamo potenziare la medicina territoriale. Quest’anno abbiamo riattivato i corsi per medici di emergenza territoriale che non si facevano da 15 anni”.
La riforma per Mario Nieddu procederà per tappe: “Ora si interviene sulla governance, tutto il resto verrà in una seconda fase. Si farà la rete ospedaliera, le reti territoriali, le reti di cura”.
L’assessore ha poi risposto all’appello della minoranza che invocava uno stop per consentire alla Sardegna di affrontare al meglio unì’eventuale seconda ondata della pandemia: “Utilizzare l’emergenza Covid per dire che bisogna bloccare la riforma è sbagliato. Abbbiamo dimostrato di saper affrontare le difficoltà, un eventuale seconda ondata potrà essere fronteggiata con più tranquillità rispetto al passato. Oggi abbiamo strumenti che prima non avevamo. Il governo ha inoltre finanziato il potenziamento delle terapie intensive e creato le Usca che sono pienamente operative. Siamo in grado di gestire la riforma e un eventuale ritorno della pandemia. Lo smantellamento dell’Ats libererà il management da molti compiti lasciandogli tutto il tempo per dedicarsi alla vera missione delle Asl: erogare servizi”.
Il presidente Pais, al termine dell’intervento dell’esponente della Giunta Solinas, ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 30 voti a favore, 19 contrari e 2 astenuti.
Il consiglio riprenderà i lavori lunedì mattina al termine della seduta della Commissione Sanità convocata alle 9.30 per l’esame degli emendamenti. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per domani mattina alle 13.00.
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