Riforma enti locali. L’Aula approva il passaggio agli articoli. Domani l’esame degli emendamenti.
Nel corso della seduta pomeridiana l’Aula ha proseguito con la discussione generale del testo di riforma dell’assetto territoriale della Sardegna, approvando il passaggio all’esame degli articoli con 38 voti favorevoli, 9 contrari e 7 astenuti.
Il primo ad intervenire è stato il consigliere della Lega, Ignazio Manca, che ha confermato il proprio sostegno alla proposta legislativa: “Bisogna riaffermare una più equa distribuzione dei poteri amministrativi e delle risorse, soprattutto di quelle europee”.
“Con questa legge la maggioranza calpesta il referendum del 2002 e ripropone l’ennesima moltiplicazione di nomine e poltrone a carico dei contribuenti sardi” ha tuonato Desirè Manca dei 5 stelle, esprimendo, però, la propria condivisione per quella parte del testo unificato che punta all’istituzione della Città metropolitana di Sassari: “Ente per il quale mi sono sempre battuta mentre ho sempre definito una scatola vuota la cosiddetta Rete metropolitana”.
Per Antonello Peru, relatore della maggioranza del testo di riforma, l’indebolimento del ruolo degli enti intermedi in Sardegna andrebbe rianalizzato alla luce delle “forzature politiche, piuttosto che sulla base della volontà popolare contro le Provincie”, sottolineando che “il ‘no’ per l’abolizione delle Province ottenne 72% dei voti contro il 59% della media italiana”.
Il presidente della commissione Autonomie e Riforme, Pierluigi Saiu (Lega), ha rimarcato il proprio il favore per una nuova organizzazione territoriale in Ogliastra, Gallura, Sulcis, Sassari e nel Medio Campidano, ricordando, contestualmente, che “le province non sono riproposte dal provvedimento, poiché non sono mai state abolite e la volontà del popolo sardo per la loro sopravvivenza istituzionale è stata espressa nel referendum del 2016 che ha rigettato la riforma che prevedeva anche la cancellazione degli enti intermedi”.
“Bisogna ricordare la storia quando si parla di riforma dell’assetto del territorio” ha richiamato il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, ricordando “l’impegno tradito dal centrosinistra nella scorsa Legislatura con la Gallura” e dimostrando il proprio apprezzamento per il testo, nonché la scarsa efficacia delle gestioni dei commissari straordinari.
Il capogruppo dei Fratelli d’Italia, Francesco Mura, nel suo intervento ha evidenziato le responsabilità politiche del centrosinistra sulla legge Del Rio e sulla legge di riordino degli Enti Locali approvata nella scorsa legislatura in Regione: “Avete disegnato una Città metropolitana con 360 villaggi vacanza di contorno”, rilanciando la proposta politica del centrodestra al governo della Regione: “Abbiamo un’idea di Sardegna diversa, dove i vantaggi della Città metropolitana possono essere estesi ai territori dell’interno. Non possiamo accettare, però, che il sindaco della Città metropolitana di Cagliari possa essere commissariato nelle fasi di attuazione della legge che andiamo ad approvare”.
Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha poi invitato l’Aula a “non limitarsi alle questioni di campanile, ricordando di aver firmato, da gallurese, le proposte sulle Province dell’Ogliastra e del Sulcis, oltre che per la Città metropolitana di Sassari”.
Parere decisamente contrario è stato espresso dal capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, per il quale si tratterebbe di “un errore incapace di risolvere i problemi, con il rischio di tornare al passato con le stesse formule incapaci di offrire servizi ai cittadini”.
Sull’utilità della Province come enti intermedi di area vasta, invece, ha espresso una valutazione positiva il capogruppo del PD Gianfranco Ganau: “La riforma offre alcune risposte, anche se non tutte sono convincenti perché lo schema della Città metropolitana di Cagliari è praticamente quello della legge nazionale Delrio mentre sarebbe stato meglio configurare un’area più compatta come quella di Cagliari o della stessa Rete metropolitana di Sassari”.
Dopo la sospensione dei lavori per una riunione dei capigruppo, a nome della Giunta è intervenuto l’assessore degli Enti locali Quirico Sanna: “La legge nasce dal basso e poggia sui valori dell’autonomia e della solidarietà. Questa è una legge del Consiglio nei confronti della quale io mi sono messo subito a disposizione guardando l’interesse non di un territorio ma di tutti, perché rispetto alla precedente legislatura oggi c’è una nuova consapevolezza comune all’insegna della concretezza. Sono anche d’accordo sul ritorno al suffragio universale con l’elezione diretta dei presidenti e dei Consigli provinciali”.
Domani la commissione Autonomia inizierà l’esame degli emendamenti per poi passare alla fase successiva in Consiglio.
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