Riforma della Giustizia, Irene Testa: “Ogni 8 ore in Italia 3 innocenti finiscono in carcere”.
Prosegue la raccolta firme per il Referendum sulla Giustizia, una campagna importante per Irene Testa, tesoriera del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito: “In ogni luogo c’è una una storia che racconta di come la giustizia è riuscita, in alcuni casi, a distruggere delle vite umane, come il caso di Aldo Scardella, un clamoroso errore giudiziario, di Pietro Paolo Melis, 18 anni in carcere da innocente e dell’avvocato Sergio Viana, accusato dell’omicidio del collega Gianfranco Manuella”.
“Ogni otto ore in Italia – prosegue Testa – 3 innocenti finiscono in carcere e con i nostri referendum vogliamo riformare la giustizia. Si puo’ accettare un errore ma non si può accettare che ogni anno mille persone finiscano in carcere da innocenti”.
Dall’abuso della carcerazione preventiva, il focus della conferenza sulla campagna referendaria si è spostato poi sul punto legato all’abrogazione del Decreto Severino che, spiega Irene Testa, “costringe gli amministratori a dimettersi anche senza una condanna definitiva”.
Campagna che vede, oltre al Partito Radicale, la partecipazione di più espressioni partitiche: “Pur avendo delle diversità con la lega di Salvini abbiamo deciso di portare avanti un obiettivo comune, la riforma della Giustizia. Questa è una battaglia trasversale che riguarda tutti”, ha concluso Testa.
Nel corso dei lavori della conferenza in Consiglio regionale era presente anche il Segretario del Partito Radicale, Maurizio Turco oggi a Cagliari per annunciare l’imminente avvio della campagna referendaria: “Oggi, rispetto al 2013, ci ritroviamo a promuovere dei referendum sulla giustizia e dal primo ottobre inizierà la campagna referendaria. Finalmente siamo riusciti ad avere un dibattito pubblico e questa attività vogliamo sostenere un’opera di transizione verso lo Stato di diritto. Ciclicamente – ha rimarcato Turco – presentiamo denunce sulla mancanza di informazione e questa volta l’abbiamo presentata insieme a Salvini. Non sono dei referendum contro qualcuno ma nell’interesse di tutti”.
Criticità sulle quali la stessa Corte di Giustizia dell’UE si è recentemente pronunciata, come ricordato dal segretario del Partito Radicale: “E’ appena uscita una sentenza attesa da anni e che ci da ragione su tutto quello che abbiamo denunciato negli ultimi decenni. Adesso, non è più soltanto l’analisi del Partito Radicale che denuncia l’organizzazione del regime italiano ora c’è anche il riscontro giuridico. Ora dobbiamo andare a riscontrare come mai in questi decenni le procure italiane non si sono accorte di niente”.
Ha poi preso la parola il consigliere regionale del PD, Piero Comandini: “Non è un caso se il Partito Democratico è presente a questa conferenza. Il nostro partito sta guardando con interesse a ciò che sta avvenendo all’interno della riforma della giustizia e il referendum pone al centro un tema importante, la qualità della giustizia nel nostro Paese. Siamo – ha evidenziato Comandini – gli ultimi in Europa in termini di durata dei processi, come numero dei giudici e investimenti nella giustizia. C’è la necessità di aiutare il Parlamento a scrivere una buona riforma”.
“Il problema – ha proseguito il collega di partito Roberto Deriu – non è domandarci perché ci sia la Lega in questa battaglia, quanto chiedersi perché non ci sono tutti gli altri. La giustizia rappresenta un patrimonio comune per riaffermare la civiltà”.
Per la maggioranza regionale, invece, è intervenuto il consigliere regionale del Psd’Az Stefano Schirru, che ha evidenziato il favore dei sardisti alla campagna referendaria e ricordato, con riferimento alle disposizioni del decreto Severino, le difficoltà e le penalizzazioni che complicano l’esistenza e l’operato di tanti amministratori locali: “Anche il nostro partito ha sposato questa campagna. Oggi è sempre più difficile trovare degli amministratori locali. In Italia c’è bisogno di profonde riforme e – conclude – con la partecipazione trasversale di diverse forze politiche, si spera di raggiungere questo obiettivo”.
La parola è poi passata ai professionisti delle scienze forensi con l’intervento dell’avvocato Franco Villa, che ha posto l’accento sui due quesiti cari all’Unione della camere penali, la separazione delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri, e, ancora, la limitazione degli abusi della custodia cautelare in carcere, ritenuti da Villa fondamentali in termini di “civiltà giuridica e di progresso”. A giudizio dell’avvocato Martina Pinna, ancora, il tema fondamentale è quello della responsabilità dei magistrati “particolarmente sentito dai cittadini italiani con i quali abbiamo discusso nel corso della campagna per la raccolta delle firme”.
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