Revolving doors, permangono i conflitti di interesse nell’UE.
Secondo quanto riportato nell’ultima relazione speciale della Corte dei Conti europea, relativamente alla spesa dell’Unione europea, in particolare per la coesione e l’agricoltura, emergono ancora numerose lacune “per la rilevazione, risoluzione e segnalazione dei conflitti di interesse” all’interno del paradigma UE.
A rimarcarlo, recentemente, l’eurodeputato di Identità e Democrazia, Gianantonio Da Re, intervenuto per chiedere alla Commissione UE di rifereire sulle misure per il contrasto dei conflitti di interesse nella gestione della spesa dell’UE: “In base alla normativa dell’UE, chiunque partecipi alla gestione dei fondi non deve trovarsi in una situazione di conflitto di interessi come conseguenza di affinità politica o nazionale, interesse economico o qualsiasi altro interesse personale diretto o indiretto. Secondo la Corte, nonostante le autodichiarazioni siano il metodo più ampiamente utilizzato per scongiurare e gestire tali situazioni e largamente utilizzate anche a livello comunitario, il fenomeno, ancora sottovalutato, delle “porte girevoli”, ossia, per il quale un membro del personale si sposta da ruoli di funzionario pubblico a posizioni nel settore privato, ma nello stesso ambito, comporta un grave rischio intrinseco di conflitti di interesse”.
Un problema sul quale la Commissione UE sta provando a porre rimedio secondo il Commissario Johannes Hahn, esponente di una Commissione che solo di consulenze ha speso oltre 1 miliardo di euro negli ultimi anni.
“La Commissione ha stabilito misure per prevenire, individuare e affrontare i conflitti di interessi nell’esecuzione del
bilancio dell’UE. Con la revisione del regolamento finanziario sono state rafforzate le norme in materia, inoltre la Commissione ha adottato orientamenti contenenti esempi e raccomandazioni per promuovere un’interpretazione e applicazione uniformi delle norme e sensibilizzare a tale riguardo. La Commissione – prosegue Hahn – verifica che i sistemi di gestione e di controllo interni degli Stati membri permettano di far fronte al rischio di conflitti di interessi garantendo la conformità delle attività al principio della sana gestione finanziaria, e fornisce orientamenti alle autorità degli Stati membri (anche nel contesto del Fondo per la ripresa e la resilienza)”.
Una proposta di revisione del regolamento finanziario, in sintesi, che mira a proteggere il Bilancio dell’UE, attraverso la registrazione elettronica standardizzata dei dati sui titolari effettivi/destinatari dei finanziamenti UE; rendendo obbligatorio l’uso di un unico strumento informatico integrato di estrazione di dati/valutazione del rischio in tutte le modalità di gestione del bilancio.
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