Rete e gioventù: insidie online per il 62%. Cresce la disinformazione.

Aumenta la disinformazione tra i giovani italiani e, di conseguenza, la coesione sociale nel nostro Paese. A ricordarlo i dati dell’indagine del Global Online Safety Survey di Microsof – realizzata su un campione di 14.800 persone – secondo i quali i rischi digitali sono sempre più diffusi in Italia, dove sei italiani su dieci (59%) hanno dichiarato di aver affrontato almeno un rischio online nell’ultimo anno. Percentuale che sale al 62% tra i teenager, confermando l’esigenza di sostenere nuove iniziative pubbliche per proteggere i giovani attraverso appositi percorsi di media literacy.

La disinformazione – chi lo avrebbe mai detto – si conferma il rischio online più diffuso, con il 40% degli intervistati che dichiara di esserne stato vittima. Fenomeno, purtroppo, che tra i responsabili vede non solo la rete e i cosiddetti troll e produttori di notizie false, ma anche un sistema dell’informazione italiano sempre più lontano dal “perimetro del servizio pubblico”.

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Dati che evidenziano come la lotta contro la diffusione di informazioni false rimanga cruciale per proteggere gli utenti e promuovere una maggiore fiducia nell’ambiente digitale e assicurare la coesione sociale per gli anni a venire.

Tra gli atri rischi, poi, rimane sul podio il cyberbullismo l’hate speech, segnalati dal 31% degli italiani, e i contenuti violenti, che preoccupano il 28% degi utenti. Preoccupazione, poi, per il deepfake (75%) e, in generale, per gli usi distorti dell’Intelligenza Artificiale.

Un terzo dei ragazzi italiani (33%), in caso di pericolo, non segnala i rischi online ritiendo che sia inutile, mentre il 19% è convinto che non ci saranno conseguenze per i responsabili dei reati online, evidenziando, così, una scarsa fiducia dei sistemi di segnalazione da parte dei giovani italiani.

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