Respingimenti alle frontiere esterne, S&D: “Rispettare la conformità allo Stato di diritto nell’UE”.

Secondo un recente articolo riportato dal quotidiano Le Monde intitolato “l’UE accusata di respingimenti illegali”, in Ungheria, Croazia e Grecia – Paesi in cui Frontex è stato operativo – si sarebbero verificati numerosi respingimenti alle frontiere esterne dell’UE. L’articolo – ricordato in una recente interrogazione del gruppo S&D* del Parlamento europeo – riporta che, secondo il comitato ungherese di Helsinki, l’Ungheria ha effettuato 50000 respingimenti dal 2016.

“Nonostante la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 17 dicembre 2020, stabilisca che il regime giuridico ungherese non rispetti il diritto di asilo, il governo ungherese ha continuato tali pratiche”, hanno ricordato gli eurodeputati del gruppo S&D, chiedendo alla Commissione europea di riferire sui meccanismi di monitoraggio adottati per identificare i respingimenti illegali dopo la sospensione delle operazioni di Frontex nel Paese e, infine, come intende far rispettare la conformità allo Stato di diritto nell’UE.

LEGGI ANCHE:  Parlamento europeo, The Left: "Assenza di una gestione efficiente dei naufragi nel Mediterraneo".

Oggi, a nome della Commissione europea è intervenuta la Commissaria Ylva Johansson: “Attualmente il diritto dell’Unione non prevede un meccanismo di monitoraggio. Nella sua proposta di regolamento sugli accertamenti dei cittadini di paesi terzi alle frontiere esterne (COM (2020) 612), la Commissione ha incluso l’obbligo di istituire un meccanismo di monitoraggio indipendente in ciascuno Stato membro per garantire, in relazione a tali accertamenti, il rispetto dei diritti fondamentali. A prescindere da tale proposta, gli Stati membri possono istituire o consentire in qualsiasi momento meccanismi di monitoraggio indipendenti a norma del diritto nazionale, e la Commissione sostiene tali iniziative”.

Sulla condotta del Governo ungherese la Commissaria ha poi ricordato che “la Commissione ha chiesto alle autorità ungheresi informazioni sulle misure adottate per garantire l’esecuzione della sentenza della Corte di giustizia del 17 dicembre 2020 nella causa C-808/18. Il 26 febbraio 2021 – ha aggiunto l’esponente della Commissione von der Leyen – le autorità ungheresi hanno risposto e attualmente la Commissione sta esaminando la risposta. Se la risposta non dovesse dimostrare che sono state adottate le misure necessarie, la Commissione non esiterà a ricorrere alla procedura di cui all’articolo 260, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea”.

LEGGI ANCHE:  Trasporti, Assessore Zedda: “Mobilità priorità per programma coesione UE 2020”

*Domènec Ruiz Devesa (S&D), Dietmar Köster (S&D), Bettina Vollath (S&D), Maria Grapini (S&D), Łukasz Kohut (S&D), Juan Fernando López Aguilar (S&D), Kati Piri (S&D), Milan Brglez (S&D), Pietro Bartolo (S&D), Sylvie Guillaume (S&D), Giuliano Pisapia (S&D), Isabel Santos (S&D).

foto Daina Le Lardic © European Union 2020 – Source : EP