Relazioni UE-USA: l’impatto dei dazi sull’Europa
Quali effetti avranno i dazi USA sui prodotti europei? Come risaputo il 47° presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di dazi per i prodotti in arrivo dall’UE con l’obiettivo di contrastare il deficit commerciale nei confronti delle aziende statunitensi. Il Presidente americano, favorevole a regolamentazioni meno stringenti, ha inoltre criticato le sanzioni dell’UE nei confronti delle grandi aziende tecnologiche americane, accusate di violare la normativa europea, minacciando poi di ricorrere a pressioni economiche per spingere la Danimarca a cedere la Groenlandia, non scartando l’opzione di un possibile intervento militare.
L’amministrazione americana, come ricordano gli ultimi avvenimenti, ha deciso di imporre dazi del 25% sulle importazioni di alluminio e acciaio a partire dal 12 marzo, che colpiranno duramente molte aziende dell’UE che, attraverso la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che risponderà con contromisure “ferme e proporzionate”.
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Gli Stati Uniti sono il principale partner dell’UE per l’esportazione di merci e il secondo per l’importazione di merci. I dati Eurostat mostrano che nel 2023 l’UE ha registrato un surplus commerciale di 157 miliardi di euro in merci con gli Stati Uniti. Nel 2022, ancora, l’UE è stata il secondo partner degli Stati Uniti per l’esportazione di merci e il primo per l’importazione di merci.
Gli Stati Uniti sono stati il partner più importante dell’UE per l’esportazione di servizi nel 2023, nonché per l’importazione di servizi. L’UE è stata il partner più importante degli Stati Uniti per l’esportazione di servizi nel 2022 e anche per l’importazione di servizi. Secondo i dati Eurostat, inoltre, l’UE ha registrato un deficit di 109 miliardi di euro nei servizi con gli Stati Uniti nel 2023.
In sintesi, qualora gli Stati Uniti applicassero dazi sui prodotti delle aziende europee, queste aumenteranno i prezzi, rendendo più difficile la vendita verso i consumatori statunitensi. Se l’UE rispondesse a sua volta imponendo dazi sui prodotti statunitensi, anche questi finirebbero per costare di più ai consumatori europei.
L’applicazione di dazi da parte degli USA ad altre parti del mondo potrebbe causare difficoltà anche ai Paesi Ue. Le nazioni terze colpite dai dazi USA, infatti, potrebbero decidere di dirottare i propri prodotti verso l’Europa, troppo cari per il mercato statunitense, complicando la competizione per le aziende europee. Nell’era di un’economia globale interconnessa, questo potrebbe tradursi in un ostacolo anche per la catena di approvvigionamento di molte imprese dell’UE, rendendo difficile la reperibilità di prodotti specifici a prezzi accessibili.
L’incertezza legata ai dazi e al loro impatto potrebbe creare molta incertezza per le aziende, spingendole a posticipare gli investimenti, rappresentando un ulteriore ostacolo alla crescita economica.
Remota ma possibile, ancora, la possibilità di stringere relazioni più strette da Paesi terzi e l’Unione europea per contrastare la nuova politica di aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti. Ma, visti i precedenti con Paesi come l’Azerbaigian, l’Algeria e la Tunisia, dove lo Stato di diritto è un optional, sarrebbe meglio evitare.
Nel frattempo si pensa alla contromossa europea ai dazi americani. La prima linea d’azione dell’UE sarebbe probabilmente quella di negoziare. Raggiungere un accordo sarebbe meno dirompente rispetto a darsi al gioco delle tariffe e delle contro-tariffe.
La Commissione, che negozia le relazioni commerciali per conto dell’UE, ha inoltre avvertito che l’imposizione di dazi sarebbe illegale ed economicamente controproducente, soprattutto in considerazione delle catene di produzione profondamente integrate. Imponendo dazi, la Commissione ha avvertito, gli Stati Uniti tasserebbero i propri cittadini, aumentando i costi per le imprese e alimentando l’inflazione.
Se l’UE non dovesse raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per evitare le tariffe, ci sono varie misure che l’UE può utilizzare per proteggersi.
L’UE potrebbe imporre tariffe di ritorsione sulle merci provenienti dagli Stati Uniti. Potrebbe anche presentare un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio se ritiene che gli Stati Uniti stiano violando le sue regole e chiedere un risarcimento.
Negli ultimi anni l’UE ha adottato una legislazione che istituisce uno strumento anti-coercizione. Lo scopo di tale strumento è quello di fungere da deterrente, consentendo all’UE di risolvere i conflitti commerciali attraverso la negoziazione.
Tuttavia, come ultima risorsa, potrebbe essere utilizzato per avviare contromisure contro un paese non UE, tra cui una vasta gamma di restrizioni relative al commercio, agli investimenti e ai finanziamenti.
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