Relazione 2020. L’Erasmus+ si conferma una buona pratica.
La relazione annuale 2020 su Erasmus+ pubblicata oggi dalla Commissione europea, indica che lo scorso anno, nonostante la pandemia di Covid-19, il programma ha sostenuto quasi 640000 esperienze di apprendimento all’estero e fornito finanziamenti a 20400 progetti e a 126900 organizzazioni. Il repentino passaggio all’apprendimento online ha dimostrato l’importanza delle soluzioni digitali a distanza per l’insegnamento e l’apprendimento.
E proprio nel settore digitale Erasmus+ continua a svolgere un ruolo fondamentale per la formazione di persone e organizzazioni: lo scorso anno 200 milioni di euro sono stati infatti stanziati specificamente per la transizione digitale. Il bilancio totale di Erasmus+ per il 2020 ammonta a 3,78 miliardi di €, ovvero 506 milioni di € in più rispetto al 2019, con un aumento del 15%.
Dati commentati oggi da Margaritis Schinas, Vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo: “La relazione dimostra la solidità e la qualità del principale programma di scambio dell’UE, Erasmus+. Nonostante la riduzione della mobilità dovuta alla pandemia, Erasmus+ rimane uno dei programmi più riusciti ed emblematici dell’UE. Nel 2020 Erasmus+ è stato più inclusivo che mai e ha favorito una maggiore partecipazione delle persone provenienti da contesti svantaggiati. Con ben 22 milioni di € di finanziamenti si può ben dire che abbiamo fatto seguire azioni concrete alle parole”.
D’accordo con la collega della Commissione anche Mariya Gabriel, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, per la quale “Erasmus+ rappresenta l’eccellenza nella cooperazione europea. Dalla scuola primaria all’apprendimento permanente per gli adulti fino allo sport, tutti possono beneficiare delle numerose opportunità offerte dal programma Erasmus+”.
Ancora una volta, nel 2020, il programma Erasmus+ ha raggiunto un elevato numero di partecipanti e beneficiari, a partire dal settore dell’istruzione superiore, dove più di 323000 studenti e 44000 lavoratori hanno partecipato a un percorso di formazione all’estero. Ancora, sono state cofinanziate oltre 185600 attività di mobilità per i discenti e il personale del settore dell’istruzione e della formazione professionale; quasi 180000 giovani e animatori socioeducativi hanno beneficiato di finanziamenti Erasmus+, sotto forma di scambi di giovani o di opportunità per gli animatori giovanili.
Nel 2020, conferma la relazione, le alleanze delle università europee sono cresciute ulteriormente e ora vedono la partecipazione di 280 istituti di istruzione superiore in tutta Europa.
Erasmus+ , inoltre, è un programma che vanta una vastissima area di partecipazione geografica. Per quanta riguarda l’edizione 2020 sono stati ben 34 i Paesi che vi hanno partecipato: tutti i 27 Stati membri dell’UE, più Regno Unito, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia. Il programma è inoltre aperto ai Paesi partner di tutto il mondo. Le attività internazionali di Erasmus+ hanno continuato a contribuire alle priorità geopolitiche generali della Commissione, con particolare attenzione ai Balcani occidentali, ai Paesi del vicinato orientale e meridionale e all’Africa. Oltre la metà del bilancio internazionale è stato assegnato al vicinato europeo (Mediterraneo meridionale, Balcani occidentali e partenariato orientale).
Dal 2014 Erasmus+ è diventato sempre più ampio e innovativo, offrendo opportunità per periodi di studio all’estero, tirocini e apprendistati sia per gli studenti dell’istruzione superiore che per gli studenti dell’istruzione e della formazione professionale. Consente scambi di giovani e di personale in tutti i settori dell’istruzione, della formazione e della gioventù, nonché progetti nel campo dello sport.
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