Regione Sicilia, il governo rinegozia mutui pregressi e risparmia 630 milioni.
Un ulteriore risparmio di 170 milioni di euro per le casse della Regione, che si aggiunge alla riduzione di altri 463 milioni di euro, per un totale di 633 milioni. È il risultato di due operazioni di rifinanziamento messe in campo dal governo Musumeci, con la Cassa depositi e prestiti, in merito al Piano di rientro della sanità sottoscritto tra Regione e Stato nel 2008. Un debito che alla fine del 2020 era pari a 2,1 miliardi di euro, con un tasso d’interesse fisso del 3,521% e con scadenza finale prevista a dicembre del 2045.
“Prosegue – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – la politica di contenimento dei costi attuata dal mio governo sin dall’insediamento”.
I due contratti di rifinanziamento stipulati dall’assessore Gaetano Armao, a seguito di una norma della Legge di stabilità regionale 2021, hanno consentito quindi un risparmio complessivo di interessi, su tutto l’arco del Piano di ammortamento, di 633 milioni di euro, di cui 43 milioni (118 mila euro al giorno) nel solo 2022. Somme che si aggiungono ai circa 40 milioni di euro che si risparmiano a seguito della chiusura dei derivati, avvenuta qualche mese fa. Le due operazioni di rifinanziamento, approvate dalla Giunta regionale, hanno avuto anche il parere favorevole della commissione Bilancio dell’Ars.
“Stiamo lavorando – evidenzia il vicepresidente della Regione Armao – soprattutto al ridimensionamento degli effetti degli oneri passivi accumulati dalle precedenti gestioni. Essi rappresentano oggi un peso insopportabile per l’economia regionale in quanto impegnano risorse che altrimenti sarebbero reinvestite a favore dì cittadini, famiglie ed imprese. Ringrazio la Cassa depositi e prestiti e in particolare il dottor Dario Scannapieco per la collaborazione offerta in questa rilevante operazione finanziaria”.