Regionali e prove (non riuscite) di alleanza, l’ultima entrata a gamba tesa del Psd’Az.
“Il tavolo regionale a cui fa riferimento la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia in Sardegna è un tavolo “truccato”, convocato irritualmente, pessimamente gestito e le cui conclusioni sono state forzatamente e strumentalmente interpretate dalla medesima coordinatrice di FdI”. Non lascia adito ad altre interpretazioni l’ultimo messaggio pubblicato sulla propria pagina Facebook dal presidente del Psd’Az, Antonio Moro, entrato (anche oggi) a gamba tesa sulle conclusioni emerse al termine dei lavori del tavolo del centrodestra, tenutosi lo scorso giovedì a Palazzo Tirso.
Una uscita, l’ultima filippica di Moro, che, con molta probabilità, resterà orfana della replica dei sostenitori della discontinuità e della candidatura di Paolo Truzzu alla Presidenza della Regione, fermi nell’idea che il tavolo regionale di giovedì sia più che legittimato dai numeri. “Non solo per Fratelli d’Italia ma per la stragrande maggioranza del tavolo regionale il candidato alla presidenza della regione Sardegna è Paolo Truzzu. E il tavolo regionale non può non essere ascoltato”, a dichiarato Antonella Zedda ad Affaritaliani.it .
Tavolo, ricorda ancora la coordinatrice di Fratelli d’Italia in Sardegna, espressosi “con una netta maggioranza per la discontinuità e riconoscendo al primo partito di maggioranza relativa la capacità e la possibilità di esprimere il candidato alla presidenza della regione”. Ovvero Paolo Truzzu.
Esito, però, non corrispondente a verità per Moro che, nel suo post, ha chiesto il rispetto delle “consuetudini delle persone e delle cariche” e, ancora, il rispetto dei più elementari principi democratici: “Lo dimostrano le incongruenze che con il passare delle ore emergono in tutta la loro gravità, ad incominciare dalla cooptazione, unilateralmente decisa dalla coordinatrice di FdI, all’interno dello stesso tavolo e con uguale diritto di voto, di singoli consiglieri regionali, di sigle senza liste a supporto e di liste di nuova costituzione che non hanno alcun peso elettorale dimostrato da precedenti partecipazioni al voto in Sardegna”.
“Emblematico – chiosa Moro – è il caso della nuova Dc di Gianfranco Rotondi, parlamentare iscritto al gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, che è stato rappresentato alla riunione dello scorso 4 gennaio dal consigliere regionale Valerio De Giorgi, eletto in Consiglio regionale nelle liste di Forza Paris (formazione che oggi sostiene il centrosinistra della Todde) e attuale componente del gruppo misto. Non cambia il discorso per Idea Sardegna, rappresentata dal solo consigliere Roberto Caredda (eletto nella lista di Cuccureddu, oggi nel centrosinistra) unico esponente dopo la fuoriuscita della consigliera Carla Cuccu, anch’essa candidata nelle liste a sostegno della Todde, della componente del gruppo Misto che non ha votato in Aula neppure il collegato alla legge finanziaria”.
Analoghe incongruenze, sempre secondo la nota del presidente del Psd’Az, si registrano nella “partecipazione del consigliere eletto nelle liste di Forza Italia, poi passato a “Cambiamo” di Giovanni Toti e quindi all’Udc, Antonello Peru, che nell’arco di qualche giorno è passato dall’essere il portavoce di un fantomatico grande centro, a rappresentare la lista “Sardegna al Centro/Sardegna 2020” dell’ex consigliere regionale Stefano Tunis”.
Un attacco che poi travalica verso il lancio di stracci: “Antonella Zedda – prosegue Moro – prima di dare patenti di unità e coerenza per la coalizione dovrebbe ricordare come ad Olbia per le elezioni comunali abbia spaccato la coalizione non presentando il simbolo di FdI nel centrodestra ma abbia addirittura candidato i suoi iscritti a sostegno della coalizione di centrosinistra formando una lista civica contrapposta al Sindaco Nizzi. Così come ad Iglesias ha presentato un candidato a Sindaco di FdI in contrasto con il resto della coalizione. L’unica costante di queste operazioni è sempre stata la sconfitta”, conclude il presidente del Psd’Az.
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