Regionali 2024. L’astensionismo è più che giustificato.

“Dobbiamo combattere il peggior nemico per la democrazia. L’astensionismo”. A dirlo, nel corso della Festa dell’Unità di Cagliari è stata la Segretaria Nazionale del PD, Elly Schlein, rivolgendosi alla platea del popolo democratico in vista del prossimo appuntamento elettorale del 2024, ovvero, le sempre più ‘scalcinate’ elezioni regionali.

Un giudizio di forma (e di sostanza) che non potrà che incentivare l’astensionismo nell’Isola che, va ricordato, alle politiche del 2022 ha riscontrato un’affluenza ferma al 52,5 per cento, cioè tredici punti percentuali in meno rispetto delle politiche del 2018 e del 53,74% alle ultime elezioni regionali del 2019.

Tendenza che non potrà che essere confermata o, peggio, rilevare una variazione negativa alla luce del sempre più ridicolo gioco del posizionamento (e relativa mancanza di idee) dei vari partiti politici coinvolti in questa fase avanzata della campagna elettorale.

Al centrodestra, dopo una esperienza di Governo a dir poco pessima per usare un eufemismo, a contendersi la guida della coalizione ci sarà ancora, ricordiamolo, il presidente uscente Christian Solinas e, inoltre, uno dei peggiori sindaci che la Città di Cagliari abbia mai avuto, Paolo Truzzu, quasi a dimostrare che in questo Paese più lavori male più “la scrivania si può allargare”.

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Assunto che non dovrebbe sorprendere guardando i pessimi standard della qualità di vita degli italiani alla luce della grandezza del nostro Paese e della abnorme quantità di risorse economiche oggigiorno disponibili.

Nel mezzo, invece, troviamo la galassia di partiti e partitelli del centro, ancora fermi alla fase del “piagnisteo” provocato dalla scarsa considerazione verso quello che è stato denominato “Grande centro” sia da parte della destra che della sinistra: “Abbiamo preso nota in questi giorni delle affermazioni di chi si dice convinto che la Sardegna vorrebbe essere guidata con una trazione a destra – reca l’ultima nota del Grande centro -. Restiamo in attesa di elementi capaci di avvalorare questa tesi perché a noi appare invece che i sardi siano interessati a conoscere le soluzioni che abbiamo da proporre piuttosto che da quale lato provengano”. Tradotto, “calcolateci, esistiamo!”.

Infine, a sinistra tiene ancora banco la telenovela tra i sostenitori della “Rivoluzione Gentile” e del Campo largo, ovvero i due blocchi sostenuti, rispettivamente, da Renato Soru, Liberu, +Europa, Progressisti e dall’altra Alessandra Todde sostenuta da 12 partiti di centrosinistra trainati dall’alleanza PD-M5S. Asperità che neanche un momento di distensione come la Festa dell’Unità è stata capace di livellare. Ma chissà, magari la mancanza di dialogo si risolverà con l’accordo per la candidatura di un volto già noto alla carica di sindaco di Cagliari…l’importante, però, resta sempre coinvolgere i cittadini alla politica secondo la comune narrazione politica! ‘Ejia, di ghisa’, dovendo usare una espressione identitaria.

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Nel frattempo, ad essere vittime sul campo restano i programmi (quelli seri che spiegano i provvedimenti disruptive per la Sardegna), la capacità della classe dirigente e, ancora, la propensione al voto dei/delle sardi/e.

Sicuramente saranno pochi gli incentivi alla partecipazione per i/le giovani sardi/e che, anche in questa sfigatissima Legislatura (ricordiamolo per il posteri, la XVI) non hanno visto alcun provvedimento per lo sviluppo delle politiche giovanili e della gioventù in generale. Il tentativo, la Pl 182 l’unico ad essere stato presentato in materia, infatti, si è rivelato l’ennesimo bluff per la legiferazione di una nuova legge quadro delle politiche giovanili nell’Isola. Anche meno ha fatto l’opposizione. Escludendo i Progressisti, da sempre allergici al tema, l’unico tentativo di alzare il livello è stata la proposta di istituzione di una commissione di inchiesta sulla condizione giovanile in Sardegna. Proposta, visto l’effort dimostrato in Consiglio, probabilmente da ascriversi più ad una estemporanea voglia di opposizione che di suggerimento di un provvedimento sostanziale.

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Ma non tutto è perduto. Con l’attuale sistema elettorale, anche in presenza di un tasso di astensionismo, che già da adesso potrebbe toccare il 60%, sia in Consiglio che in Giunta gli attuali big player della politica regionale potrebbero rientrare tranquillamente dalla porta principale. Tradotto, altri 5 anni di inerzia e proposte di legge sui funghi epigei, la Vernaccia di Oristano e il comparto equestre.

Questa sì che è proattività. Questa sì che è visione politica!

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