Referendum per il taglio dei parlamentari. Il punto del Comitato “Il Sì delle Libertà”.

Tra 10 giorni gli italiani torneranno alle urne per pronunciarsi sul referendum confermativo per la riduzione del numero dei parlamentari. Ma su cosa saremo chiamati a votare? Il testo del quesito riportato sulla scheda elettorale sarà il seguente: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?“.

Capire le motivazioni dei sostenitori del Sì e del No è, quindi, fondamentale per comprendere al meglio il cuore della riforma. Dopo il parere sul referendum da parte del Comitato 3 Motivi per il NO, ospitiamo l’intervista del Prof. Raffaello Morelli, promotore del Comitato ‘Il Sì delle Libertà”.

Raffaello, a breve gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sul referendum confermativo del taglio dei parlamentari. Come comitato, quali azioni state portando avanti per sensibilizzare e informare i cittadini? Siete dell’idea che gli italiani siano informati sui contenuti del Referendum?

Le azioni abituali per discutere un problema pubblico. Approfondiamo il tema, senza minimamente pensare che i cittadini siano pecore e noi gli esperti . Il voto presuppone sempre valutare ciò che si vota. Solo le élites ritengono il contrario.

Tra le principali argomentazioni a supporto del SI alla riforma, troviamo lo snellimento dell’iter decisionale del Parlamento, il risparmio per le casse dello Stato e una migliore qualità del corpo parlamentare per effetto del taglio previsto nella riforma. Perché secondo voi Il taglio dei Parlamentari migliorerà la qualità e la trasparenza del dibattito parlamentare nonché il confronto elettorale su idee e progetti?

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La riduzione del numero degli eletti, secondo le indicazioni di Einaudi ne 1946, migliora la qualità del dibattito parlamentare perché pesa di più il confronto elettorale sulle idee e progetti (e meno quello per i rapporti di amicizia) ; migliora la trasparenza perché rende più agevole dal di fuori seguire il dibattito.

La separazione dei poteri, uno dei principi dello Stato di diritto, prevede un sistema di bilanciamento tra il potere esecutivo, legislativo e giudiziario. La riforma sul taglio dei parlamentari propone la riduzione dei rappresentanti del parlamento. Essendo il potere legislativo un elemento di bilanciamento del potere esecutivo, non ritenete che una riduzione dei parlamentari possa indebolire il ruolo del Parlamento nei confronti del Governo?

Premesso che Lei dovrebbe sempre specificare che si tratta di riforma del numero degli eletti (che è cosa assai diversa dal ridurre i rappresentanti del parlamento) il bilanciamento tra legislativo ed esecutivo non attiene ai rapporti numerici tra eletti e governo ma tra le rispettive funzioni. Del resto è appunto il Parlamento che determina la composizione del governo.

Con la proposta di riduzione del numero di rappresentanti si aprirà l’esigenza di apportare nuovi interventi di riforma, come per esempio la legge elettorale. Per i detrattori la riduzione del numero dei rappresentanti parlamentari porterà alla riduzione della rappresentanza dei piccoli centri e delle aree rurali d’Italia, nonchè, per effetto dei successivi meccanismi elettorali post referendum, all’innalzamento della soglia di sbarramento per i partiti e, quindi, alla potenziale scomparsa dei piccoli partiti italiani o, peggio ancora, alla creazione di nuovi improbabili “agglomerati partitici”. Voi che ne pensate?

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La riduzione del numero degli eletti e una nuova legge elettorale, sono questioni del tutto differenti. Voler far pensare che la rappresentanza derivi dalla copertura di ogni area geografica, è il gioco delle tre carte fatto per decenni dai grossi partiti per nascondere la distorta rappresentanza delle idee e dei progetti di cui loro si avvantaggiavano (perché il numero pesava di più). Un partito esiste per le idee ed i progetti che ha.

L’Italia è un Paese dove sopravvivono forti identità e comunità linguistiche. Come saranno tutelati i diritti di rappresentanza delle minoranze nel caso di riduzione del corpo parlamentare? E’ particolarmente eclatante, giusto per fare un esempio, il caso della Regione Sardegna che non ha potuto eleggere un rappresentante sardo alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del 2019…

Lei vorrebbe che la nuova norma risolvesse un problema preesistente e che non dipende da essa. Tant’è che cita le Europee del 2019. E’ una questione di leggi UE del tutto distinte dall’oggetto del referendum.

Quale sarà il risparmio per le casse dello Stato in caso di riduzione del corpo parlamentare? Cosa sarà dell’apparato parlamentare, ovvero dei dipendenti pubblici afferenti alle varie diramazioni del Senato e della Camera dei Deputati?

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E’ sbagliato impostare il giudizio del 20-21 settembre in termini di risparmio per le casse dello Stato. I risparmi sarebbero notevoli ma d’altra natura, cioè relativi alla funzionalità che i fatti hanno dimostrato finora insufficiente. Non è chiaro cosa si intenda con il quesito sull’apparato parlamentare, che non viene toccato nelle sue funzioni politiche reali.

Pietro Paganini, Rappresentante elettorale del Comitato Il Sì delle Libertà
Pietro Paganini, Rappresentante elettorale del Comitato Il Sì delle Libertà

Cosa rispondete a chi taccia di populismo antiparlamentare il Comitato per il SI?

Chi avanza questa accusa non conosce minimamente cosa sia l’antiparlamentarismo. E’ voler prescindere dal ruolo del Parlamento, non cercare di farlo funzionare meglio di quanto faccia ora (al prezzo di disturbare il conformismo conservatore).

L’accorpamento delle elezioni regionali e comunali al referendum è visto da molti come un tentativo per confondere gli elettori sulla riforma costituzionale. Voi che ne pensate?

L’accorpamento era necessario. Pensare che serva a confondere i cittadini , significa non credere nelle loro capacità di discernimento. Atteggiamento tipico dei partititi ideologici ed elitari.

Vi aspettate un terremoto politico in caso di vittoria del SI al Referendum?

Un voto è una scelta, non un terremoto.