Recovery Plan. 70 Associazioni no profit: “I segnali positivi sulla rinascita demografica divengano decise priorità”.

“È motivo di soddisfazione aver verificato che il testo licenziato dal Governo per un Piano Nazionale di Ripresa (PNRR) per la ‘next generation’ contiene espliciti riferimenti alla crisi demografica, che auspichiamo il dibattito parlamentare possa e voglia adeguatamente valorizzare”. E’ quanto scrivono, in una nota, 70 associazioni no profit, che il 15 febbraio scorso avevano proposto un proprio contributo al nuovo Governo in vista delle scelte per il Recovery plan, in particolare chiedendo che fra gli obiettivi prioritari si scegliesse la rinascita demografica”.

Nel PNRR, ricordano le organizzazioni no profit, si legge che la strategia proposta intende tener conto “dell’attuale contesto demografico, in cui l’Italia è uno dei paesi con la più bassa fecondità in Europa (1,29 figli per donna contro l’1,56 della media UE20)”, affermando di voler affrontare “sfide generali come quelle legate alle … alle tendenze demografiche”. Il tema demografico viene connesso alla ristrutturazione territoriale e di prossimità del Sistema Sanitario (cfr. missione 6), ad alcune infrastrutture al Sud, nonché a un ritenuto “percorso di riforma sulle politiche della famiglia”. Quest’ultimo sembrerebbe perimetrato nei pur interessanti interventi per una implementazione degli asili nido e della partecipazione femminile al mercato del lavoro, nonché nell’ “istituzione dell’assegno unico universale”.

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“La strada della rinascita demografica – sottolineano le 70 associazioni no profit – potrà essere davvero imboccata se si sceglierà anche un radicale sostegno culturale e istituzionale alla vita nascente e alla genitorialità familiare, quando si scriveranno le architetture delle riforme fiscali, del lavoro e di altri numerosi comparti dell’economia e della società italiane su cui vi è un forte impegno del PNRR. In altri termini, il fisco, gli incentivi all’assunzione, la disciplina di una nuova tutela del lavoro e della promozione dell’imprenditorialità, nonché le politiche per la casa, per i trasporti e per il turismo, dovranno essere riformate attorno non al ‘singolo’ ma avendo come perno i figli e la genitorialità familiare. Ciò sarà possibile – concludono – scommettendo sul principio di sussidiarietà, richiamato nel PNRR e senza il quale prevarrebbe invece una logica centralista, assai meno funzionale a una vera «resilienza» e a una efficace ripresa”.

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