ReactEU, Mara Bizzotto: “Esclusione delle Regioni da parte del Governo per la gestione dei fondi del programma”.

Creare le condizioni per l’ascolto e la condivisione delle scelte strategiche per il Paese dovrebbe rappresentare il nuovo paradigma della dialettica Stato-Regioni. Una grande realtà confermata dal periodo pandemico che, di fatto, ha stravolto le priorità e acuito le diseguaglianze strutturali tra Regioni d’Italia, e, ancora, dall’ingresso nella nuova programmazione europea 2021-2027 più orientata al sostegno del decentramento decisionale e alla creazione di comunità più coese.

Recentemente, l’eurodeputata del gruppo Identità e Democrazia, Mara Bizzotto, ha sollevato la questione dell’esclusione, da parte del Governo italiano, delle Regioni e degli enti locali dalla gestione dei fondi del programma React EU del Recovery Fund. Un autentico schiaffo istituzionale verso la creazione di quella dialettica ‘condivisa’ fortemente caldeggiata dal buon senso e dalla necessità di non ripetere gli errori del passato.

LEGGI ANCHE:  Produzione di servizi nell’Ue: in calo dello 0,6% nell’ottobre 2023.

“Il 23 gennaio – ricorda Bizzotto – si è appreso che il Governo italiano intende gestire a livello centrale i fondi del programma React EU destinati all’Italia nel pacchetto Next Generation EU, detto anche Recovery Fund, escludendo le Regioni e gli enti locali. L’Italia è il Paese che riceverà dall’UE lo stanziamento maggiore dei fondi del React EU, che, per il 2021 e il 2022, sono pari a 13,5 miliardi di EUR e che rappresentano uno strumento importante per sostenere la ripresa dei territori colpiti dalle pesantissime ricadute socio-economiche della pandemia di Covid-19.

Una scelta, quella del Governo Italiano, opposta a quella adottata da Germania, Spagna e Francia, che assegneranno gran parte dei fondi ai programmi regionali, nel rispetto della politica di coesione e, ancora, che va nella direzione opposta rispetto alle esigenze dei cittadini, essendo le Regioni e gli Enti locali le istituzioni più prossime alle comunità locali italiane. Una decisione in salsa autoreferenziale poco rispettosa anche della natura del programma ReactEU, destinato a rispondere alle esigenze più impellenti causate dalla pandemia causata dal coronavirus.

LEGGI ANCHE:  Roberto Speranza: "Per cambi colore e misure Regioni peserà di più il tasso di ospedalizzazione".

Risorse importanti che dovrebbero essere utilizzate per progetti che promuovano le capacità di superamento degli effetti della crisi nel contesto della crisi Covid-19, nonché per investimenti in operazioni che contribuiscano a preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia.

Oggi, a nome della Commissione europea, Elisa Ferreira ha ricordato che non è stata formulata alcuna raccomandazione all’Italia al riguardo e che il programma REACT-EU si basa su dotazioni nazionali che eccezionalmente non sono suddivise per categorie di regioni: “Spetta agli Stati membri proporre le modalità di ripartizione di tali finanziamenti aggiuntivi tra le regioni, al fine di concentrare le risorse là dove sono più necessarie, tenendo conto anche del livello di sviluppo delle diverse regioni. La programmazione di REACT-EU attraverso un numero ridotto di programmi gestiti a livello centrale presenta il vantaggio di sfruttare appieno la flessibilità offerta dalle norme dell’UE. Ciò non significa tuttavia che tali risorse non siano a disposizione degli enti regionali e locali, i quali possono essere direttamente coinvolti nell’attuazione dei programmi nazionali”.

LEGGI ANCHE:  Insularità, Lefteris Christoforou: "Serve una strategia europea integrata".

foto Copyright European Union, Source EP, Philippe Buissin